Roma, 31 luglio 2024 (Agenbio) – Uno studio condotto dalla Wayne State University di Detroit e dal Cincinnati Children’s Hospital, che ha coinvolto diecimila bambini tra 9 e 12 anni, ha rilevato che l’esposizione agli inquinanti dell’aria, alle polveri sottili e in particolare al Pm2,5 provoca alterazioni delle connessioni cerebrali, con conseguenti disturbi dell’attenzione e possibili problemi mentali. I ricercatori, il cui lavoro è stato pubblicato sulla rivista Brain Connectivity, hanno esaminato il default mode network, una rete neuronale implicata in vari disturbi neuropsichiatrici come depressione, ansia e disturbo da deficit di attenzione/iperattività, e gli effetti che l’esposizione al Pm2,5 ha su di essa. Ne è emerso che esiste un impatto sul cervello attraverso la mucosa olfattiva nasale e, indirettamente, attraverso l’infiammazione sistemica e le risposte immunitarie. Gli studiosi hanno dimostrato che un’elevata esposizione al Pm2,5 altera l’equilibrio tra la Dmn e le aree cerebrali legate all’attenzione e all’apprendimento. (Agenbio) Etr 10:00