Roma, 11 settembre 2024 (Agenbio) – È stato pubblicato su Current Biology uno studio della Queen Mary University di Londra secondo cui le stelle marine sopravvivono agli attacchi dei predatori liberandosi dei propri arti. L’autotomia, ossia la capacità di un animale di staccare una parte del corpo per sfuggire ai predatori, è una strategia di sopravvivenza nota nel regno animale, ma i meccanismi rimangono misteriosi. Gli scienziati studiando la stella marina europea Asterias rubens, hanno identificato un neurormone, la colecistochinina (CCK) che regola il distacco delle braccia. Quando viene rilasciato in risposta allo stress, come l’attacco di un predatore, stimola la contrazione di un muscolo specializzato alla base del braccio della stella marina, causandone il distacco. Le stelle marine possiedono incredibili capacità rigenerative, così da far ricrescere gli arti perduti nel tempo. Capire tali meccanismi potrebbe avere implicazioni significative per la medicina rigenerativa e lo sviluppo di trattamenti per le lesioni agli arti. “I nostri risultati fanno luce sulla complessa interazione tra neurormoni e tessuti coinvolti nell’autotomia delle stelle marine – ha detto Ana Tinoco, membro del gruppo di ricerca londinese -. Abbiamo identificato un attore chiave, ma è probabile che altri fattori contribuiscano a questa straordinaria capacità” ha continuato Tinoco. Maurice Elphick, docente di fisiologia animale e neuroscienze presso la Queen Mary University, che ha guidato lo studio, sottolinea un’importanza più ampia: “Questa ricerca apre le porte all’esplorazione del potenziale rigenerativo di altri animali, compresi gli esseri umani. Decifrando i segreti dell’auto-amputazione delle stelle marine, speriamo di far progredire la nostra comprensione della rigenerazione dei tessuti e di sviluppare terapie innovative per le lesioni agli arti”, ha concluso Elphick. (Agenbio) Mmo 11:00