Roma, 17 settembre 2024 (Agenbio) – Stanare un neo sospetto con l’aiuto di un familiare o di un amico aiuta la prevenzione contro il melanoma, ma resta fondamentale il controllo periodico dallo specialista. È quello che spiega Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli: «due diagnosi di melanoma su 5 avvengono perché è stato un familiare o un amico ad accorgersi della presenza di una lesione sospetta che poi si è rivelata un melanoma». Un messaggio chiaro è stato lanciato durante la sesta edizione di “We in Action”, evento dedicato alla prevenzione e alle nuove frontiere nella lotta contro i tumori cutanei. Fortunatamente sono anche le persone care a ricordarci la protezione più importante contro il tumore della pelle: la crema solare da spalmare prima dell’esposizione al sole. Il tumore si combatte insieme in famiglia, in ospedale e anche nella ricerca, i progressi fatti negli ultimi anni sia nella diagnosi sia nelle cure sono frutto di un lavoro di squadra tra scienziati e medici con specializzazioni diverse unite contro un nemico comune. Oggi, dopo i 50 anni, il melanoma rappresenta il terzo tumore più frequente, ma grazie ai nuovi trattamenti come quelli immunoterapici le cure vanno a buon fine con un’aspettativa di vita che raggiunge il 95% a 10 anni dalla diagnosi. Questa particolare forma di cancro cutaneo colpisce 1 uomo su 55 e 1 donna su 73; si stima che l’anno scorso ci sono state circa 12.700 diagnosi, di cui 7 mila tra gli uomini e 5700 tra le donne. (Agenbio) Anna Lavinia 9:00