Roma, 18 ottobre 2024 (Agenbio) – Due classi di farmaci anticancro, già in uso in clinica, sono in grado di interferire con l’aneuploidia, una caratteristica genetica comune nelle cellule tumorali, che hanno spesso un numero di cromosomi diverso da quello tipico delle cellule normali umane. Lo hanno scoperto ricercatori del Laboratorio di integrità genomica all’Istituto Europeo di Oncologia guidati da Stefano Santaguida, docente di Biologia Molecolare all’Università Statale di Milano, con la collaborazione del Centro di scienze genomiche dell’istituto italiano di tecnologia e di molti centri di ricerca di Israele, Usa, Germania. I ricercatori hanno individuato un possibile nuovo approccio terapeutico, applicabile in principio a diversi tipi di cancro. I risultati sono l’esito di due ampi lavori di ricerca pubblicati su Nature Communications e Cancer Discovery. “Abbiamo scoperto che le cellule aneuploidi vengono colpite sia dai farmaci chemioterapici che inducono danni al DNA, sia dai PARP-inibitori, i farmaci a bersaglio molecolare utilizzati per esempio nella terapia del tumore dell’ovaio e della mammella – ha spiegato Santaguida -. Si tratta di farmaci efficaci in caso di mutazione BRCA e altri deficit genetici che alterano i meccanismi di riparazione dei danni al DNA. I risultati ottenuti con le cellule aneuploidi generate in laboratorio sono stati validati su campioni ottenuti da pazienti; siamo quindi fiduciosi che i nostri studi offriranno a breve nuove possibilità di cura per l’ampio gruppo di tumori aneuploidi”. (Agenbio) Cdm 10:00