Roma, 18 ottobre 2024 (Agenbio) – Presentata una nuova visione sulle conseguenze delle lesioni cerebrali, frutto dell’integrazione della letteratura esistente con le prime valutazioni del progetto Nemesis – (Neurological Mechanisms of Injury and Sleep-like cellular dynamics): il lavoro di ricerca dell’Università Statale, pubblicato su Nature Communications, suggerisce che parte dei deficit funzionali che conseguono al danno cerebrale strutturale (ischemico, emorragico e traumatico) è dovuto al fatto che zone di corteccia cerebrali adiacenti alla lesione o connesse ad essa cadono in uno stato simile al sonno, mentre il paziente è sveglio. Nello studio, gli autori sono ripartiti dalla presenza di onde elettroencefalografiche (EEG) lente, simili a quelle del sonno, nell’area della lesione. Rivedendo tale osservazione alla luce di recenti indagini elettrofisiologiche emerge chiaramente che tali onde riflettono l’intrusione di dinamiche corticali simili a quelle del sonno durante la veglia; i ricercatori illustrano come queste dinamiche vengono generate e come possono portare a una disgregazione dei network cerebrali e a deficit comportamentali. Si delinea così uno scenario in cui le onde lente post-lesione possono essere modulate per risvegliare parti del cervello che si sono “addormentate”, ottimizzando così le strategie di riabilitazione e promuovendo il recupero. (Agenbio) Cdm 11:00