Roma, 24 ottobre 2024 (Agenbio) – Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Candiolo ha messo a punto un algoritmo che permette di analizzare i dati genetici dei pazienti con tumore del colon-retto, a partire da organoidi o cellule, e di selezionare coloro che potrebbero beneficiare della terapia sperimentale a base di PARP-inibitori. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista NPJ Precision Oncology. Già usati e approvati per i carcinomi dell’ovaio, del pancreas, della prostata e della mammella, gli inibitori di PARP sembrano efficaci in un gruppo selezionato di pazienti che presentano un’alterazione specifica nel sistema di riparazione del DNA, chiamata BRCAness. «Ad oggi esistono algoritmi in grado di dare un contributo importante nell’identificazione dei candidati ideali, come ad esempio HRDetect – spiega Sabrina Arena, group leader dell’IRCCS Candiolo e professoressa del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino –. Tuttavia, per funzionare correttamente, i vecchi algoritmi hanno bisogno di avere a disposizione anche il DNA germinale del paziente, ovvero quello che ogni persona ha fin dalla sua nascita, per poi confrontarlo con il DNA tumorale in modo da valutare le vulnerabilità, compresa quella ai PARP inibitori. L’algoritmo di nuova generazione HRDirect, ideato dal ricercatore Giorgio Corti, è invece in grado di effettuare la stessa operazione anche senza avere a disposizione il DNA germinale del paziente che, molto spesso, è difficile recuperare o che comunque richiede tempi di analisi più lunghi. Il nuovo algoritmo è l’unico che permette di identificare con una buona sensibilità e accuratezza i pazienti resistenti alla terapia con gli inibitori di PARP». (Agenbio) Etr 12:00