Grazie alle nuove tecnologie, è stato possibile produrre alimenti di origine animale in alcune piante, così da contrastare le emissioni di CO2 degli allevamenti intensivi
Roma, 30 ottobre 2024 (Agenbio) – Prese in considerazioni le condizioni del pianeta causate dall’eccessiva emissione di CO2, il mondo della ricerca sta provando col tempo a contribuire attraverso innovazioni che possano contrastare il cambiamento climatico. Le attività umane influenzano sempre di più il clima e la temperatura della Terra bruciando combustibili fossili e abbattendo le foreste pluviali. Ad esempio, un gruppo di ricercatori dell’American Chemical Society, un’attività fondata nel 1876 che organizza ogni anno due convegni negli Stati Uniti nel campo della chimica, guidati da Pengxiang Fan, ha ideato una nuova tecnologia che produce alcuni nutrienti di origine animale, fondamentali per la nostra sopravvivenza, unicamente attraverso l’utilizzo delle piante. Gli alimenti di origine animale sono fonti preziose di proteine complete dal punto di vista della composizione amminoacidica. Grazie a questo nuovo metodo l’alimentazione mondiale potrebbe essere sempre di più un’alimentazione plant based. Questo poi andrebbe ovviamente a limitare le emissioni prodotte dagli allevamenti intensivi, che sono pari a circa il 15-20% di quelle globali. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, dove si spiega il modo in cui i ricercatori hanno operato per arrivare a questa scoperta. Il team scientifico ha utilizzato un batterio specializzato per trasferire all’interno delle cellule di alcune piante il Dna necessario per la sintesi di diversi aminoacidi, peptidi, proteine e altre molecole. Da questo procedimento è stata ad esempio ottenuta una lattuga arricchita con alcune componenti in grado di aiutare a ridurre la perdita di massa ossea. Il Dna che viene trasferito potrebbe però alterare il metabolismo naturale della pianta, diminuendo la produzione della sostanza desiderata. Questo avviene nei casi di sintesi di molecole più complesse.
I ricercatori si sono attivati quindi per la ricerca di una soluzione del problema, e hanno deciso di utilizzare alcuni moduli di natura sintetica che contengono i geni necessari alla sintesi di alcune sostanze, che oltre ad ottenere il prodotto desiderato, generano anche le molecole necessarie per costruirlo. Questi moduli sono stati testati nella Nicotiana benthamiana, una pianta molto simile al tabacco utilizzata come organismo modello nelle applicazioni di biologia sintetica, e hanno riguardato tre nutrienti di origine animale che sono comunemente presenti negli integratori per l’allenamento: creatina, carnosina e taurina. Per quanto riguarda le prime due, i risultati sono stati positivi, invece la taurina, presente normalmente in uova, pesci, carne e latte, è stata prodotta dalla pianta in quantità nettamente minori.
Comunque sia, il metodo proposto da poco dai ricercatori ha un grande potenziale, potrebbe essere infatti efficace per la produzione di alcuni dei nutrienti complessi che sono presenti in genere negli animali, utilizzando vegetali vivi.
Questo metodo potrebbe in un futuro essere applicato a piante commestibili, tra cui frutti o verdure, o ad altre piante che potrebbero agire come biofabbriche per produrre in modo sostenibile questi nutrienti. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:30