Roma, 31 ottobre 2024 (Agenbio) – Per spiegare cosa sia l’alessitimia partiamo dall’etimologia del termine. Deriva dal greco, più precisamente dal composto tra il prefisso “a”, assenza, e i termini “lexis” che significa “parola” e “thymos”, vale a dire “emozione”. In pratica, è un disturbo dell’umore. In base al tasso di gravità, può rappresentare una condizione psicologica in cui si ha difficoltà a riconoscere e descrivere i propri e gli altrui stati emotivi, fino alla completa incapacità di provare emozioni. E le persone che ne soffrono non sono in grado di comprendere il riso oppure il pianto. In passato, fino agli Anni 50, questa condizione veniva definita come analfabetismo emotivo. Una parte di studiosi la attribuisce a un deficit cognitivo che colpisce la capacità di elaborazione delle esperienze emotive e porta all’assenza stessa di esperienza emotiva. Un’altra scuola di pensiero, invece, ritiene che l’incapacità sia più che altro nella valutazione delle emozioni: gli individui alessitimici mostrano normali manifestazioni fisiche in presenza di emozioni, ma non riescono a organizzare gli elementi che caratterizzano la loro esperienza fisica in una rappresentazione mentale organica. (Agenbio) Des 10:00