Dopo una lunga fase di restauro e recupero, tornano a essere consultabili i volumi della Biblioteca di Firenze che erano stati danneggiati dall’alluvione del 1966.
Roma, 12 novembre 2024 (Agenbio) – L’alluvione del 4 novembre 1966 fa parte di una serie di straripamenti del fiume Arno che hanno mutato il volto della città di Firenze. Avvenuta nelle prime ore di venerdì 4 novembre 1966, fu uno dei più gravi eventi alluvionali di sempre in Italia e si verificò a seguito di un’eccezionale ondata di maltempo che causò forti danni non solo a Firenze, ma anche a Pisa, in gran parte della Toscana e, più in generale, in tutto il Paese. I fiorentini, sorpresi in casa o nelle strade inondate dalle acque, si trovano a lottare per difendere la loro stessa vita. Il 6 novembre 1966, quando l’Arno si ritira, abbandona Firenze alla sua disperazione, sepolta sotto 600mila tonnellate di fango.
L’alluvione travolse anche la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, costruita in prossimità dell’Arno, sommergendo quasi un milione di unità bibliografiche sistemate nel seminterrato, al piano terreno e al piano rialzato dell’edificio.
Gravemente danneggiati furono circa 100mila volumi appartenenti alle raccolte storiche della Biblioteca e, in particolare, i grandi formati Palatini, il fondo Magliabechiano e il fondo delle Miscellanee. Grazie agli aiuti internazionali e agli esperti accorsi da ogni parte del mondo per prestare aiuto alla popolazione fiorentina nasce un centro di restauro per il recupero dei beni librari danneggiati.
Nelle prime settimane dopo l’alluvione, tonnellate di volumi sono estratti dal fango, trasportati in luoghi sicuri, puliti e asciugati. Ogni volume viene corredato da una scheda che, insieme ai danni, ne descrive la struttura originale.
Il centro di restauro di Firenze, frutto di collaborazioni internazionali nate per fronteggiare l’emergenza, diventa negli anni Settanta un modello di rilevanza mondiale per la costituzione di altri laboratori pubblici.
Fondamentale per la ricostruzione della storia della Biblioteca nazionale di Firenze anche il laboratorio fotografico dell’Istituto: oltre 1.500 scatti che documentano i giorni dell’alluvione e le diverse fasi delle operazioni di recupero del materiale danneggiato.
A partire dal 4 novembre 2024, i volumi danneggiati dall’alluvione del 1966 tornano a essere consultabili. Fino ad ora questi erano stati esclusi dalla circolazione e solo parzialmente restaurati. Questi documenti, conservati nel magazzino esterno di Sant’Ambrogio, possono essere richiesti presso la Sala Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, seguendo le modalità indicate nel sito web dell’istituto. La Biblioteca ha annunciato che questi materiali, danneggiati dall’alluvione, sono ora nuovamente disponibili per gli studiosi. Inoltre, i libri verranno catalogati e, al termine di ogni consultazione, saranno sottoposti a interventi di conservazione presso il Laboratorio di restauro della Biblioteca. L’iniziativa segna un importante passo nella restituzione di un patrimonio cartaceo che ha sofferto i danni del disastro, segnato indelebilmente dal passaggio dell’Arno. Questo evento simbolico, che avviene a 58 anni dall’alluvione, non solo consente di preservare la memoria storica, ma anche di restituire al materiale il suo valore di testimonianza storica. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:30