Roma, 13 novembre 2024 (Agenbio) – Tramite la ricostruzione del tracciato dei movimenti tellurici temporalmente e spazialmente vicini tra loro sembrano possibili nuove prospettive per la comprensione dei terremoti e la loro previsione a livello globale: lo studio, pubblicato su Nature Communication, porta la firma dei ricercatori dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr e delle Università di Messina e di Palermo. Al centro della ricerca, i meccanismi sismici della Faglia Anatolica Orientale, situata in Turchia vicino al confine con la Siria interessata, a febbraio 2023, da due devastanti terremoti di magnitudo superiore 7.5 che hanno causato distruzione e circa 50mila vittime. Gli autori, analizzando 2mila anni di terremoti, hanno identificato un comportamento sismico complesso legato ai ‘supercicli sismici’, un processo che si verifica lungo grandi faglie tettoniche, dove il movimento delle placche crea un accumulo di stress (energia) nel corso di centinaia di anni. “Questo stress può rimanere relativamente ‘bloccato’ per lunghi periodi, ma quando si libera, può causare terremoti estremamente potenti”, spiega Andrea Billi, ricercatore Cnr-Igag. La successione dei terremoti recenti (2010-2023) spiega le successioni o supercicli degli ultimi duemila anni. (Agenbio) Cdm 12:00