Roma, 21 novembre 2024 (Agenbio) – I batteri che sviluppano la resistenza agli antibiotici sono associati a un dispendio di energia superiore, il che potrebbe rivelarsi utile per sviluppare strategie non farmacologiche di contrasto al fenomeno dell’antibiotico resistenza. È quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati dell’Università della California di San Diego, dell’Arizona State University e della Universitat Pompeu Fabra, in Spagna. Studiando una variante del ribosoma all’interno del Bacillus subtilis chiamata L22, i ricercatori hanno scoperto che la competizione per il magnesio ostacola la crescita di L22 più di quanto avvenga nei ceppi diversi. «Si tende a pensare alla resistenza agli antibiotici come a un importante vantaggio per la sopravvivenza dei batteri, ma il nostro lavoro – spiega Gurol Suel, coordinatore del gruppo di ricerca – evidenzia che la capacità di far fronte alla limitazione del magnesio è più importante per la proliferazione batterica. Questa debolezza può ora essere usata come bersaglio per contrastare la resistenza agli antibiotici senza l’uso di farmaci o sostanze chimiche tossiche». Il team sta sviluppando un dispositivo bioelettronico che, sfruttando l’attività elettrica naturale di alcuni batteri presenti sulla pelle, riduce gli effetti dannosi dello Staphylococcus epidermidis, un batterio comune noto per causare infezioni contratte in ospedale. (Agenbio) Etr 9.00