Alimenti come i grani antichi, le alghe così come la frutta e la verdura autoctone sono in grado di neutralizzare quelle sostanze tossiche che inducono un organismo ad ammalarsi anche di malattie gravissime come il cancro. È uno dei temi trattati nella due giorni di studio presso l’hotel Belvedere di Caserta dal titolo “Nutrizione Clinica e Oncologia Integrata: tra Genetica, Metabolismo e Ambiente”.
L’evento è stato promosso dalla Fondazione Italiana Biologi (Fib) e dalla DDClinic FoundationETS, la Fondazione casertana guidata da Andrea Del Buono e Armando D’Orta, con il contributo del Coordinamento Nazionale Biologi Ambientali (CNBA) e del Coordinamento Nazionale Biologi Nutrizionisti (CNBN) della Fnob, oltre quello della Società Italiana di Biologia e Alimentazione (SIBA), rappresentata dal professor Stefano Dumontet.
Il congresso ha registrato il “tutto esaurito”, con oltre 250 partecipanti, e ha sollevato temi di estrema rilevanza partendo dal collegamento scientificamente provato tra micro-inquinamento ambientale e l’insorgenza di specifiche malattie dalle allergie ai linfomi.
“Esiste un legame imprescindibile tra la nutraceutica, la disciplina che indaga i componenti o principi attivi degli alimenti con effetti positivi per la salute, e l’ecotossicologia ambientale – ha dichiarato il presidente della Federazione Nazionale dei Biologi (Fnob) Vincenzo D’Anna-, la nuova frontiera della biologia è l’epigenetica grazie alla quale abbiamo scoperto gli effetti nefasti dell’inquinamento ambientale prodotto da nano particelle, sostanze inquinanti invisibili a occhio nudo presenti in determinati territori. Nei territori risultati tossici – ha proseguito D’Anna -, il 60% dei maschi in età fertile diventa sterile mentre le donne si ammalano di endometriosi”.
Nel corso del congresso si è quindi parlato di nutrizione quale cura e prevenzione delle patologie derivanti dall’inquinamento ambientale, ma anche di screening. Il presidente della Fnob ha sottolineato che “Già cinque anni fa i biologi lanciarono il grido di allarme chiedendo alla Regione di effettuare test sulla popolazione già in età scolare. Un test come l’esame mineralometrico del capello che è in grado di svelare il tipo di sostanza tossica sviluppata e intervenire dal punto di vista epidemiologico nei territori in cui c’è la fonte inquinamento”.
Scopo del congresso è stato quello di studiare a fondo i meccanismi di interrelazione tra alimentazione e ambiente così da tutelare non solo lo stato nutrizionale di un individuo ma anche di “detossificarlo” con l’uso di determinati alimenti. Tra quelli in grado di neutralizzare e combattere le sostanze tossiche campeggiano i grani antichi, ricchi di selenio un vero e proprio killer dei metalli pesanti e delle sostanze tossiche, le alghe depuranti e infine la frutta e la verdura coltivate in terreni autoctoni cioè di origine e quindi non inquinati: “Una vera e propria rivoluzione della scienza della nutrizione – conclude il presidente D’Anna – che non è più circoscritta al tema della forma fisica o cura dell’obesità, del diabete e delle malattie cardiovascolari. La nutrizione diviene lo strumento per ostacolare quella “nox chimica”, una malattia silente provocata da inquinanti nocivi e invisibili che rischiamo di trasmettere alle nuove generazioni”.
Di particolare interesse le relazioni del Prof. Giuseppe Novelli su alimentazione e genetica; del Prof. Antonio Giordano sui rapporti tra nutrizione e cancro; della Coordinatrice del CNBA, la Tossicologa Tersa Verde; del Prof Philippe Lagard dell’Università di Parigi sulla Integrazione nutraceutica in oncologia; del Prof. Marco Trifuoggi della Facoltà di Chimica di Napoli su Acqua e Salute.
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