Roma, 19 dicembre 2024 (Agenbio) – Le cellule immunitarie – i linfociti T – riconoscono il tessuto cardiaco per via di alcune molecole prodotte dal cuore sotto stress, migrano all’interno dell’organo e attivano processi infiammatori che ne compromettono la funzione. È quanto emerge da uno studio realizzato da ricercatori dell’Humanitas di Milano, e pubblicato su Circulation Research, che evidenzia il carattere autoimmune della forma non ischemica dello scompenso cardiaco. I ricercatori hanno isolato alcune delle molecole che generano la risposta autoimmune utilizzandole per sviluppare un prototipo di vaccino che, a differenza dei vaccini tradizionali basati sull’attivazione del sistema immunitario, punta esattamente all’obiettivo opposto, ovvero a tenerlo spento. Si tratta di un vaccino che riesce a prevenire l’infiammazione e a migliorare la funzione del cuore. «Abbiamo ottenuto un risultato importante, anche se per ora limitato al modello sperimentale della malattia. I prossimi passi saranno di validare quanto ottenuto in contesti clinici e proseguire nello sviluppo di modalità idonee per poter portare il nuovo set di soluzioni al letto del paziente in modo sicuro», commenta Marinos Kallikourdis, docente di Humanitas University e autore dello studio. (Agenbio) Etr 11.00