Roma, 2 gennaio 2025 (Agenbio) – Un gruppo ricerca guidato da scienziati dell’Università di Bologna ha messo a punto un sistema che utilizza un particolare batteriofago, un virus che infetta i batteri e innocuo per gli esseri umani, come stampo per la sintesi di nuove nanoparticelle fotosensibili, capaci di eliminare in modo mirato cellule e tessuti tumorali. «Siamo partiti da un particolare virus, il batteriofago M13, che infetta i batteri ed è innocuo per le piante, gli animali e gli esseri umani. Lo abbiamo utilizzato come stampo per la sintesi delle nano particelle – spiega Matteo Calvaresi, professore al Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna e ricercatore all’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, che ha coordinato lo studio -. A tale scopo abbiamo “decorato” l’involucro virale, in gergo il capside, con delle molecole foto-attive, capaci di generare specie tossiche al contatto con la luce». In questo modo i ricercatori sono riusciti a trasformare i virus in nanobioparticelle, assolutamente identiche tra loro, che possono essere utilizzate in medicina, ad esempio per eliminare in modo mirato cellule e tessuti tumorali. Le nanobioparticelle sono state quindi valutate sperimentalmente, con ottimi risultati sia con cellule in coltura sia con animali di laboratorio. «La nuova nanobiostruttura è in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali e penetrare nelle complesse architetture tridimensionali del tumore, superando così uno dei maggiori limiti delle attuali terapie anticancro – conferma Calvaresi -. Ciò può avvenire grazie alla specifica forma a spaghetto del batteriofago e all’ingegnerizzazione genetica della sua estremità con alcune “chiavi” molecolari in grado di riconoscere “serrature” presenti solo su cellule tumorali». Lo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto NanoPhage, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, e pubblicato sulla rivista Small.(Agenbio) Etr 09.00