Roma, 16 gennaio 2025 (Agenbio) – Ci sono poche probabilità che l’influenza aviaria provocata dal virus H5N1 si diffonda all’uomo, nonostante i diversi casi registrati nell’ultimo anno. Ad affermarlo sono gli esperti statunitensi del National Institutes of Health, che hanno pubblicato a tal proposito un articolo sul New England Journal of Medicine. Stando a quanto riportato da Jeanne Marrazzo, direttrice dell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive (Niaid) dei Nih, e Michael Ison, a capo del dipartimento delle malattie respiratorie del Niaid, i trattamenti e i vaccini disponibili, al pari di quelli in fase di sviluppo, sono sufficienti a prevenire le forme gravi della malattia, anche se naturalmente è importante continuare un attento monitoraggio del virus e delle sue mutazioni. Questo tipo di influenza esiste da oltre un secolo in Italia e nel 2024 ha raggiunto anche l’Antartide. Gli esperti sottolineano come siano quattro i punti chiave sui quali concentrarsi per tenere sotto controllo l’epidemia: collaborazione tra i ricercatori, continua sorveglianza del paziente canadese che ha sviluppato una grave insufficienza respiratoria considerate le mutazioni trovate nel virus che lo ha infettato, continuare a sviluppare nuovi vaccini e terapie e proteggere maggiormente chi lavora a contatto con pollame e bestiame. (Agenbio) Des 11.00