Uno studio sul cancro fatale nei cani rivela nuovi indizi per cure migliori 

Roma, 03 febbraio 2025 (Agenbio) – I ricercatori dell’University of Florida College of Veterinary Medicine e dell’UF Health Cancer Center hanno identificato un collegamento cruciale tra una mutazione genetica e la segnalazione del sistema immunitario nell’emangiosarcoma canino, una scoperta che potrebbe portare a trattamenti migliori sia per i cani sia per gli esseri umani con tumori simili. La ricerca si concentra sull’emangiosarcoma, un cancro aggressivo che forma vasi sanguigni maligni nei cani. Questa condizione pericolosa per la vita è difficile da diagnosticare precocemente, poiché i tumori possono crescere silenziosamente prima di rompersi senza preavviso, portando a emergenze. La prognosi è scarsa, con solo il 10% dei cani diagnosticati che sopravvivono oltre un anno e nessuno che sopravvive oltre i due anni. Mentre l’emangiosarcoma può colpire qualsiasi razza a qualsiasi età, i golden retriever più anziani sono particolarmente suscettibili. L’elevata incidenza del cancro nei cani, stimata in oltre 50mila casi all’anno nelle cliniche veterinarie, fornisce ai ricercatori dati preziosi che potrebbero essere utili ai pazienti umani affetti da angiosarcoma, un cancro raro ma simile che colpisce circa mille americani ogni anno. I risultati del team di ricerca, descritti in dettaglio lo scorso anno in due pubblicazioni pionieristiche, la più recente Cancer Gene Therapy, rivelano un’importante scoperta su come questo cancro cresce e si diffonde. Il team ha scoperto che l’emangiosarcoma non crea solo i propri vasi sanguigni, ma dirotta le cellule sane vicine, costringendole ad aiutare a costruire i vasi sanguigni che alimentano il tumore. Ancora più significativamente, i ricercatori hanno scoperto che una specifica mutazione genetica nel gene PIK3CA fa sì che le cellule tumorali inviino segnali che confondono il sistema immunitario del corpo. (Agenbio) Cdm 12.00