Roma, 28 febbraio 2025 (Agenbio) – Il botulismo è una grave malattia neurologica che colpisce sia gli esseri umani che altre specie animali, ed è causata dalle neurotossine prodotte dai batteri del genere Clostridium, in particolare C. botulinum. Queste neurotossine sono responsabili di vari tipi di botulismo, tra cui quello umano, spesso legato al consumo di conserve alimentari, e il botulismo aviario, che interessa principalmente gli uccelli selvatici. Quest’ultimo può avere impatti devastanti sulle popolazioni di uccelli, come dimostrato dalla moria del 1932 nel Grande Lago Salato, in Nord America, che causò la morte di circa 250.000 animali.
Nel settembre 2019, nell’area della Valle Mandriole, situata nel Parco regionale Delta del Po in Emilia-Romagna, fu rilevata una serie di carcasse di uccelli. Le analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZSLER) confermarono la presenza di Clostridium produttori di neurotossine. Questo episodio scatenò una serie di azioni mirate, gestite da un tavolo tecnico coordinato dal Comune di Ravenna, con la partecipazione di enti locali e regionali, tra cui l’Ente Parco Delta del Po, la AUSL della Romagna e la Regione Emilia-Romagna.
Le prime misure adottate furono il recupero degli uccelli intossicati ancora vivi e la rimozione tempestiva delle carcasse. Quest’azione si rivelò cruciale per fermare la diffusione del botulismo, poiché le carcasse possono ospitare larve di mosche carnivore che, a loro volta, accumulano la neurotossina. Quando altri uccelli si nutrono di queste larve, vengono intossicati, perpetuando il ciclo di trasmissione della malattia.
Un’altra misura importante fu la gestione dei livelli d’acqua della Valle Mandriole. I batteri Clostridium prosperano in ambienti con scarsità di ossigeno (anossia), tipici delle zone umide, dove il materiale organico si decompone in presenza di alte temperature. Durante l’estate del 2019, le condizioni climatiche, caratterizzate da temperature elevate e scarse precipitazioni, favorirono la proliferazione di questi batteri. Due strategie furono prese in considerazione per arginare il problema: l’inondazione o il disseccamento delle acque. Si decise di procedere con il disseccamento per evitare che gli uccelli acquatici continuassero a posarsi nelle poche pozze d’acqua rimaste, limitando così il rischio di intossicazione. La strategia si rivelò efficace, poiché la maggior parte degli uccelli morì nei primi giorni dall’insorgere dell’epidemia, prima che le misure di contenimento fossero pienamente attuate.
Nel periodo che va dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno 2019 e nei tre anni successivi, si sono verificati ulteriori casi di botulismo aviario, documentati e recentemente pubblicati sulla rivista Animals. Il lavoro, redatto da ricercatori ISPRA, veterinari e biologi del Comune di Ravenna, dell’AUSL della Romagna e dell’IZSLER, ha analizzato la successione degli eventi in relazione alle condizioni ambientali e alle misure gestionali di contenimento e prevenzione, fornendo importanti indicazioni per il futuro. La sopravvivenza delle spore di Clostridium nel terreno e la persistenza invernale delle tossine, accumulatesi nelle pupe di mosche carnivore, dimostrano la necessità di monitorare costantemente le aree colpite dal botulismo, poiché la malattia può ripresentarsi anche dopo anni, qualora si verifichino nuovamente le condizioni ambientali favorevoli.
La Valle Mandriole, un sito di importanza internazionale ai sensi della Convenzione Ramsar, rappresenta uno degli ecosistemi più vulnerabili e sensibili ai cambiamenti climatici. L’anossia e la decomposizione di biomassa organica in ambienti umidi sono fattori che favoriscono lo sviluppo delle spore di Clostridium, contribuendo alla diffusione della neurotossina tra gli uccelli acquatici. Questi ultimi, ingerendo la neurotossina, ne diventano veicolo di trasmissione, con effetti devastanti per le popolazioni locali.
Il monitoraggio delle aree vulnerabili e la gestione delle risorse idriche in queste zone umide sono fondamentali per prevenire futuri episodi di botulismo aviario. La sinergia tra la gestione idrica, la salute dell’avifauna, i cambiamenti climatici e la gestione del ciclo vitale dei batteri Clostridium botulinum evidenzia la complessità dei sistemi naturali e l’importanza di strategie di prevenzione mirate. L’esperienza acquisita dalla gestione dell’emergenza botulismo aviario nella Valle Mandriole ha messo in luce la necessità di un’azione integrata e tempestiva per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e preservare la biodiversità degli ecosistemi umidi. (Agenbio) 9:00 Eleonora Caruso