Roma, 4 marzo 2025 (Agenbio) – Uno studio coordinato dall’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr ha indagato per la prima volta gli effetti delle inalazioni di nanoplastiche, rivelando che sono in grado di penetrare nel cervello e deteriorare, in particolare, la funzione olfattiva.
In studi precedenti, era stato già osservato che l’inalazione di nanoplastiche provoca una sua bio-distribuzione in numerosi organi del corpo, fra cui il cervello, i polmoni, i testicoli, il tessuto adiposo. I ricercatori, però non sapevano nulla sui tempi di permanenza di queste sostanze, né tantomeno sugli effetti della loro presenza sul funzionamento dell’organo/tessuto in cui si sono introdotte. In questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment si evidenzia per la prima volta che la presenza delle nanoplastiche induce un grave difetto nella capacità olfattive, associato a un persistente deficit della funzionalità dei neuroni del bulbo olfattivo, la regione del cervello deputata al riconoscimento degli odori.
“I nostri studi – spiega Stefano Farioli Vecchioli del Cnr-Ibbc tra gli autori della ricerca -, hanno poi evidenziato la presenza di processi infiammatori transitori nel bulbo olfattivo che ha inalato nanoplastiche. Infine, abbiamo osservato che l’inalazione è in grado di indurre un aumento compensativo della neurogenesi adulta, ossia la produzione di nuovi neuroni, che però non è in grado di riparare il danno indotto dalle nanoplastiche stesse”. (Agenbio) Etr 09.00