Roma 7 marzo 2025 – “Saranno pure candidamente ‘sorpresi’, i farmacisti, della circostanza che benemerite categorie come medici e biologi, da decenni abilitati all’esercizio di specifiche competenze professionali in materia di esami di laboratorio, abbiano avuto da ridire sulla possibilità che tali prestazioni possano essere eseguite e refertate anche in farmacia. Tuttavia, quello che appare risibile è l’accusa mossa nei confronti di intere categorie di professionisti sanitari e delle società scientifiche di settore , di voler combattere battaglie di retroguardia a…tutela di interessi di bassa lega!! Evidentemente l’impronta del commerciante ancora prevale nella pur antica categoria del farmacista che si è sottratta ad ogni utile confronto con coloro che, fino a prova contraria, hanno ogni buon diritto di farli quegli esami”. Lo dichiara, in una nota, il sen. Vincenzo D’Anna, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB). “Nella raffazzonata nota di Federfarma, potente e danarosa associazione di categoria, si elude, con levantina scaltrezza, il quesito principale: ossia la mancata competenza professionale del farmacista a sottoscrivere e validare esami diagnostici” prosegue D’Anna. “Ancorché su sangue capillare, quelli smerciati dai farmacisti rientrano infatti nel novero della disciplina di medicina di laboratorio e pertanto andrebbero assoggettati a criteri di competenza professionale e di qualificazione tecnico scientifica della struttura erogatrice” aggiunge ancora il rappresentante dei biologi italiani. “Se l’esecutivo Meloni si piega al volere dei farmacisti inseriti nella compagine di governo oppure ai vertici di enti regionali fuori da ogni logica scientifica e giuridica, sbaglia di grosso e mette a repentaglio la salute dei cittadini” rimarca il presidente della Fnob. “Nel corso degli anni i farmacisti, attraverso il potere politico, hanno travolto la legge istitutiva della cosiddetta “Farmacia dei servizi”, prima cancellando l’autodiagnosi e la funzione di mero ausilio fornita al paziente impossibilitato ad eseguire l’autotest, approfittando della emergenza Covid, poi ampliando (con una norma di rango inferiore alla legge istitutiva ) l’elenco degli esami erogabili, tassativamente indicati in quella norma primaria” spiega D’Anna. “Nessuno finga di non sapere e di non vedere. Crediamo che allorquando fallisce la politica, ovvero la tutela del diritto di tutti, a vantaggio di lobby e potentati economici e di partiti, a perdere è solo il cittadino P. Occorre dunque l’intervento delle autorità di controllo per non veder sfiorire quelle garanzie che sono poste a presidio delle istituzioni e dei diritti costituzionali. Noi non demorderemo: coinvolgeremo chiunque ne abbia facoltà e titolo. Chiameremo tutti innanzi alle loro responsabilità politiche, amministrative, contabili e penali” conclude.