Riscaldamento globale, ecco l’impatto che ha su pollini e allergie 

Roma, 26 marzo 2025 (Agenbio) – È arrivata la primavera e con sé ecco anche le allergie, accentuate dal riscaldamento globale. Bisogna tenere conto, infatti, che bastano dieci giorni in più senza gelo d’inverno per allungare di oltre un mese e mezzo la stagione dei pollini. Si inizia 25 giorni prima in primavera e si allunga di altri 20 in autunno, per un totale di 45 giorni in più di occhi rossi, naso che cola, starnuti e infiammazione: conseguenze decisamente poco piacevoli. I sintomi delle allergie da pollini si prospettano più duraturi e peggiori per gli oltre dieci milioni di italiani che ne soffrono e in particolare per i bambini asmatici, che in Italia sono uno su cinque, e per gli anziani con problemi respiratori. Tra gli over 65 più fragili si rischia addirittura un raddoppio della mortalità. Vincenzo Patella, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e direttore dell’Uoc di Medicina interna dell’azienda sanitaria di Salerno, ha spiegato come sia stato letteralmente stravolto il calendario dei pollini: “Alla luce dell’aumento delle giornate senza gelo, che sottolinea l’impatto crescente del riscaldamento climatico, si registra un trend tutt’altro che rassicurante di stravolgimento del calendario dei pollini. Meno giorni con temperature sottozero danno più tempo alle piante di crescere e rilasciare i pollini che provocano allergie. Non solo anticipando la pollinazione primaverile di 25 giorni, ma anche prolungando quella autunnale di quasi tre settimane, con un aumento complessivo della durata della stagione dei pollini di oltre un mese e mezzo e un rilascio di carico pollinico sempre più abbondante”. (Agenbio) Des 09.00