L’improvvisa morte di Astori e gli altri: una risonanza cardiaca per rivelare la “cicatrice” ventricolare

Roma, 11 aprile 2025 (Agenbio) – Una risonanza cardiaca con mezzo di contrasto è lo strumento che senza ombra di dubbio disvela la patologia maligna causa delle morti improvvise di giovani e di atleti apparentemente sani. Identificata dunque la la causa di decessi dei calciatori Piermario Morosini e Davide Astori, così come l’arresto cardiaco durante una partita di Christian Eriksen, centrocampista danese salvato in extremis grazie al defibrillatore. A parlarne è stato Domenico Corrado, aritmologo di fama internazionale,  direttore dell’Unità operativa complessa dell’Azienda Ospedale di Padova, e docente dell’Ateneo patavino nonché super perito chiamato a far luce sulle morti di Astori e Morosini.  Le ultime scoperte sulle aritmie maligne si devono ai progressi della genetica molecolare “che – ha detto Corrado -, ci permettono di risalire al fattore che provoca queste morti inaspettate, comportando un’instabilità elettrica primitiva delle cellule miocardiche che induce la fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco in assenza di una malattia cardiaca strutturale dimostrabile”. Il cuore appare normale ma le sue cellule no e grazie ai test genetico-molecolari è possibile evidenziare questa patologia ereditaria, permettendo poi di fare uno screening sui parenti della vittima. Se viene evidenziata la positività è possibile avviare una terapia farmacologica oppure, nei casi più gravi, procedere all’impianto di un Icd, un defibrillatore che entra in funzione se necessario, prevenendo le aritmie, svolgendo una funzione salva-vita. L’autopsia molecolare rivela cosa si nasconde dietro le morti improvvise di grandi sportivi. Tra le possibili cause di morte improvvisa, specialmente negli atleti, è l’aritmia letale che avviene sotto sforzo. La risonanza con contrasto al cuore è fondamentale per evidenziare il “danno”, la lesione cicatriziale non ischemica del ventricolo sinistro che sfugge alle indagini routinarie, elettrocardiogramma e ecocardiogramma non abbastanza sensibile per rilevare la cicatrice killer perché confinata sul versante esterno della parete ventricolare, quindi sub epicardica. Grazie al mezzo di contrasto, l’immagine evidenzia una sorta di “cotenna” biancastra, esito cicatriziale della morte di una parte del muscolo cardiaco.  Gli ultimi casi di arresto cardiaco si sono verificati sul campo di atleti professionisti. Le cause che la scatenano sono tre: una cicatrice riconducibile a una precedente miocardite, oppure una cardiomiopatia genetica, per esempio quella aritmogena. Infine, secondo il professor Corrado, tra le cause della cicatrice il fatto che sia il risultato di un danno miocardico da attività fisica intensa, come appunto quella dei giocatori di serie A.  La cicatrice cardiaca era presente in atleti come Morosini, Astori e Colbrelli. Di qui l’importanza della prevenzione. La risonanza non può essere utilizzata per lo screening di massa, ma esistono dei test che permettano di selezionare gli atleti a rischio: Un esame estremamente predittivo per la cicatrice, la prova da sforzo sotto forma di “step test” con monitoraggio continuo che rileva le extrasistole, significante di una sottostante cicatrice. Il professor Corrado rivela che in Veneto “da quando lo screening è stato introdotto fra i giovani che fanno sport, la riduzione della mortalità è stata del 90%”. Se i test fossero estesi anche ai non atleti, da ripetere annualmente, si ridurrebbero i decessi dopo la pubertà. I ricercatori stanno poi lavorando a una soluzione radicale del problema: un intervento mininvasivo di stellectomia latero cervicale, che sostituirebbe la terapia con il defibrillatore così i calciatori potrebbero continuare a giocare nel campionato italiano. (Agenbio) 13.00