“Biologi alla prova decisiva”: l’editoriale di Vincenzo D’Anna in uscita sul numero di aprile 2025 del Giornale dei Biologi

Come i colleghi già sanno, ovviamente riferito a coloro i quali non hanno perso l’abitudine di consultare i numerosi canali informativi messi a loro disposizione dalla Fnob, il prossimo 13 maggio, dalle ore 10.30 fino alle 13.30, a Roma, è in programma una convention nazionale di categoria: l’appuntamento è nell’Auditorium della Musica, in viale Pietro De Coubertin, 30 (zona Parioli), con la presenza di varie autorità politiche e parlamentari (nazionali e regionali), rappresentanti degli Ordini, dei Collegi delle Professioni Sanitarie, delle Associazioni di Categoria e delle Società Scientifiche.

Lo scopo della kermesse è quello di difendere nonché di proporre nuove competenze professionali per i biologi, oltre a risolvere, di concerto con quanti hanno la responsabilità democratica di governare ma anche di “controllare” chi governa, alcune criticità che affliggano la nostra professione nei propri vari ambiti di esercizio. Sono in itinere, peraltro, provvedimenti normativi e legislativi che possono risolvere le richiamate criticità oppure aggravarle. L’uno oppure l’altro esito dipenderà dall’ascolto e dal recepimento delle nostre istanze da parte del legislatore. Ma vi è di più! La biologia va sempre più configurandosi come una delle scienze più innovative dal punto di vista della ricerca ma anche per quanto concerne gli aspetti legati agli sbocchi lavorativi di cui è in gioco non solo l’esistente ma anche quello che di qui a poco potrà nascere in termini di nuove figure professionali. In quest’ultimo caso valga la massima che “il futuro non si aspetta ma si prepara”. Ed è per questi motivi che la FNOB, di concerto con gli Ordini dei Biologi Regionali, ha deciso di compiere lo sforzo organizzativo di un evento che richiami l’attenzione degli iscritti e ne mobiliti forze e capacità di rappresentanza.

Allorquando un’intera categoria giunge al crocevia delle speranze e delle attese, infatti, è la categoria stessa a doversi mostrare compatta, partecipe e solidale. Senza questi requisiti, niente e nessuno potrà tutelare l’esistente e migliorarlo. In un’epoca in cui il veloce evolvere della scienza e le ulteriori necessarie competenze ci chiamano ad una prova senza precedenti, sono le prerogative e le specifiche competenze professionali dei Biologi, insieme con quelle di altre professioni sanitarie, ad entrare in gioco. Parole? Alati propositi? Nossignore! Si tratta semplicemente di uscire allo scoperto e di verificare se, dopo tanti sforzi e sacrifici profusi per migliorare sia l’organizzazione che l’immagine stessa dei biologi italiani, questi risponderanno all’appello! Se per avventura tale appello dovesse cadere nel vuoto o, peggio ancora, rimanere soffocato dall’individualismo, dalle beghe, dalle contrapposizioni, dall’indolenza e dal disinteresse, dovremmo constatare allora che esistono “i biologi” e non la categoria che li possa rappresentare.

Fallita eventualmente la prova non ci saranno né motivazioni né giustificazioni di sorta a sostegno di questa deprecabile condizione. Bando alle ciance: ciascuno è chiamato a fare i conti con sé stesso e con quei legittimi interessi che pure vanno tutelati ed adeguati ai tempi che corrono. Dalla nostra abbiamo l’ottimismo della volontà che si accompagna al pessimismo della ragione, la coscienza pulita di aver fatto quel che serve. Nessuno però può godere della libertà e dell’emancipazione senza sapere che esse rappresentano una conquista di tutti giorni. Gli assenti hanno sempre torto. Se i biologi sono diventati finalmente una categoria rappresentativa? Lo scopriremo il 13 maggio a Roma

di Vincenzo D’Anna

Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi