Roma, 25 giugno 2024 (Agenbio) – Grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, un team di ricercatori, che ha esaminato immagini di risonanze magnetiche di oltre 800 pazienti, ha scoperto che la depressione non è una sola. Esistono infatti sei sottotipi che possono rispondere in modo differente alle terapie. Pubblicato sulla rivista Nature Medicine da un gruppo guidato dal neuroscienziato italiano Leonardo Tozzi dell’Università di Stanford, lo studio rappresenta “la dimostrazione di un approccio di medicina personalizzata per la salute mentale basato su misure oggettive della funzione cerebrale” spiegano gli esperti. Dalle analisi e dagli esperimenti fatti è emerso, per esempio, un sottotipo di depressione caratterizzato da iperattività nelle regioni cognitive del cervello, che è quello che risponde meglio all’antidepressivo venlafaxina. In altri casi è la terapia cognitivo-comportamentale a essere più funzionale nel rispondere a un differente sottotipo. Grazie all’identificazione dei vari sottotipi di depressione i ricercatori fanno sapere che sono stati in grado di prevedere la probabilità di remissione della malattia nel 63% dei casi (contro il 36% ottenuto senza diagnostica per immagini). (Agenbio) Gta 13:00