Roma, 27 giugno 2024 (Agenbio) – Un team di scienziati dell’University College di Londra e dell’University Medical Center Goettingen ha sviluppato un test che attraverso l’intelligenza artificiale può prevedere precocemente – fino a 7 anni prima – una delle malattie neurodegenerative più diffuse nel mondo, il Parkinson. L’idea alla base del lavoro è utilizzare una tecnologia all’avanguardia per individuare nuovi marcatori della malattia per svilupparli e trattarli in qualsiasi laboratorio del Servizio Sanitario Nazionale. Il team ha analizzato un pannello di 8 biomarcatori nel sangue, trovando concentrazioni alterate nei pazienti con morbo di Parkinson. Quando le cellule nervose muoiono o si deteriorano, nel cervello si perde la capacità di produrre dopamina, a causa dell’accumulo della proteina alfa-sinucleina. Le persone con la patologia che hanno già sviluppato alcuni sintomi tipici come tremore e rallentamento dei movimenti sono trattate proprio con la terapia sostitutiva della dopamina. La diagnosi precoce e la previsione del rischio potrebbero essere utili nel trovare un trattamento in grado di rallentare e fermare il Parkinson proteggendo le cellule cerebrali. L’obiettivo è infatti quello di diagnosticare la malattia prima che sorgano i sintomi per proteggere le cellule già esistenti dato che è impossibile (per il momento) farle ricrescere. Occorre iniziare trattamenti sperimentali prima, perché come afferma l’autore senior dello studio, «stiamo chiudendo la porta della stalla dopo che i buoi sono scappati». (Agenbio) Anna Lavinia 11:00