Roma, 12 luglio 2024 (Agenbio) – Le cinciallegre ricordano cosa hanno mangiato, dove e quando hanno trovato il cibo. Lo rivela uno studio dei ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Università dell’East Anglia, pubblicato su Current Biology, che ha sottoposto 94 cinciallegre a una serie di compiti mnemonici. Nell’esperimento hanno dimostrato di avere una memoria “episodica”, che permette di far fronte ai cambiamenti relativi alla disponibilità di cibo durante il foraggiamento. “I risultati dimostrano che la cinciallegra ha un sistema di memoria più flessibile di quanto si pensasse – ha dichiarato James Davies, del Comparative Cognition Lab dell’Università di Cambridge e primo autore del lavoro -. Gli uccelli si comportavano in modo naturale in un ambiente familiare, quindi abbiamo voluto catturare qualcosa di più realistico rispetto a uccelli in stato di cattività. È stato notevole vedere come questi uccelli abbiano svolto bene i nostri compiti di memoria, sperimentando al contempo una serie di altri ricordi in natura”. Nicola Clayton, professore di cognizione comparata all’Università di Cambridge, autore dello studio, spiega che “quando ho iniziato questa ricerca, alla fine degli anni 90, la maggior parte degli psicologi riteneva che la capacità di ricordare “cosa, dove e quando” di eventi passati unici fosse esclusivamente umana. Le scoperte iniziali sulle ghiandaie scrub dimostrarono che non era così e le successive suggeriscono che questa capacità è molto più diffusa nel regno animale di quanto si pensasse. Questo tipo di memoria permetterebbe loro di reagire in modo adattivo alle nuove condizioni e di combinare queste informazioni con la loro memoria originale per prendere decisioni”. Lo studio inoltre ha evidenziato una maggiore abilità fra gli esemplari più giovani nel ricordare gli indizi visivi per accedere al cibo. “Non ci aspettavamo questo risultato – ha notato Davies -. Sappiamo che le giovani cinciallegre devono essere più innovative nel loro foraggiamento perché gli adulti li superano e monopolizzano il cibo, il che può contribuire a spiegare i nostri risultati”. Il prossimo passo sarà di verificare se i singoli uccelli più abili nell’uso della memoria episodica abbiano un maggiore successo riproduttivo, “nel qual caso – ha concluso Clayton – ci aspetteremmo che il sistema di memoria si evolva in risposta a condizioni ambientali più impegnative”. (Agenbio) Mmo 12:00