Roma, 23 luglio 2024 (Agenbio) – Per salvare la vita alle sue compagne in caso di infezione ed evitare che l’intera colonia venga contagiata, la formica Camponotus floridanus cura l’arto ferito oppure lo amputa quando la situazione è irreparabile. La scoperta, pubblicata su Current Biology, è di un team dell’università di Würzburg che ha analizzato gli interventi sulle ferite al femore e alla tibia. In entrambi i casi, il primo step consiste nella pulizia della ferita attraverso l’apparato boccale, che per la tibia è risolutiva, con un tasso di sopravvivenza del 75%. Se oggetto dell’intervento è il femore, invece, entra in azione un’altra formica che amputa la zampa all’altezza della ferita, così da garantire un tasso di sopravvivenza addirittura del 95%. Le formiche impiegano tecniche diverse perché nella tibia ci sono pochi muscoli, e quindi poca circolazione, che favorisce la diffusione dei batteri nell’organismo, mentre per il femore la pulizia non è sufficiente e il modo migliore per evitare lo sviluppo di un’infezione è amputare l’arto. Operazioni di questo tipo richiedono circa 40 minuti. (Agenbio) Etr 10:00