L’alterazione della coscienza attraverso sostanze psicoattive, dal semplice caffè alle droghe pesanti. Natura e cultura si incontrano nella sollecitazione della coscienza
Roma, 30 novembre 2022 (AgOnb) – Cara, per fare un buon caffè, usane abbastanza. Un cucchiaio colmo per ogni tazza. È questo il consiglio che dà Betty direttamente dalla copertina del libro. Un gesto così semplice che racchiude in sé una dipendenza universale, eppure socialmente accettabile.
Provate a pensare a quali droghe assumete ogni giorno senza saperlo. Provate a smettere di bere caffè per un determinato periodo di tempo, come ha fatto Michael Pollan nel suo esperimento di privazione, e poi aspettate di vedere cosa succede al vostro corpo.
Quello che succede alla vostra mente quando si assumono talune “droghe” lo spiega l’autore di questo reportage, saggio, memoir che letteralmente ti cambia il pensiero. Ma cos’è esattamente una droga?
È questa la domanda che si pone lo scrittore scegliendo di analizzarne tre tra le tante molecole psicoattive di cui la natura ci fa dono: la caffeina, la mescalina e l’oppio. Il giornalista esplora il modo in cui le persone amano cambiare la loro coscienza consumando semplicemente delle piante. Fa anche altro, in qualche modo, riesce a spostare la percezione del pubblico sugli psichedelici.
Un viaggio tortuoso e improbabile dalla terra alla mente, il percorso che queste piante compiono in natura, alla scoperta dei desideri umani su cui fanno leva e su cui noi non possiamo che fare affidamento.
Un’indagine di carattere personale sulla straordinarietà di organismi vegetali come il caffè, il papavero da oppio e il peyote. Rispettivamente ti tira su, ti butta giù e ti porta fuori di te.
L’alterazione della coscienza è il beneficio più prezioso che questi vegetali danno all’uomo. E’ questa la caratteristica affascinante e terrorizzante delle piante di Pollan, la loro «natura bifronte» che ci spinge a consumarle attirandoci come calamite e a guardarci bene da loro, poiché anche gli animali lo sanno, sono velenose. Da quando le introduciamo nel nostro corpo, non ne possiamo più fare a meno.
Il libro indaga in maniera esatta i punti in cui natura e cultura si incontrano. Allo stesso modo in cui cambiano la mente, cambiano anche il mondo. Ripensiamo al caffè, da questo non abbiamo solo acquisito lo sprint mattutino per iniziare bene la giornata ma ha reso possibile l’illuminismo e vere e proprie rivoluzioni, anche letterarie.
La caffeina, a differenza delle altre, è una sostanza molto particolare, infatti la sua storia si intreccia con quella della civiltà moderna. Arriva in Europa quando soffia il vento del cambiamento, lo vediamo dall’esplosione di caffetterie che diverranno luoghi d’incontro e confronto di tutta la società, scienziati, pensatori, letterati e uomini d’affari non ne possono fare a meno. Ha silenziosamente contributo a plasmare la società capitalista, aiutandoci ad essere sempre svegli ed operosi. Una su tutte, la convenzione sociale del coffee break, una situazione dove i datori di lavoro permettono di consumare una droga legale, sotto forma di caffè o tè. Perché concedono del tempo retribuito per farlo? Per uno dei prerequisiti della rivoluzione industriale, il caffè rende i lavoratori più concentrati e performanti.
È impossibile pensare di non assumere sostanze che alterino la mente. Tutto ciò che mangiamo ci modifica in un modo o nell’altro, cambia il nostro umore. La sostanza, non quella alcaloide, ma quella conclusiva è che è del tutto normale e umano voler cambiare la nostra coscienza, è un impulso universale come riprodursi o procacciarsi del cibo.
Ma attenzione, come diceva Paracelso, è la dose che fa il veleno.
AUTISMO E ALIMENTAZIONE Comprensione delle dinamiche e suggerimento di strategie, strumenti e metodi educativi e di intervento.
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