Roma, 15 novembre 2024 (Agenbio) – L’invecchiamento del cervello varia notevolmente tra persone della stessa età. I modelli di metilazione del Dna possono predire il rischio di mortalità. Una maggiore intelligenza infantile è correlata a migliori tassi di sopravvivenza. La genetica influenza l’intelligenza in modo diverso nell’infanzia rispetto all’età avanzata. Sono le principali evidenze emerse da uno studio scozzese, pubblicato su Genomic Psychiatry, durato 25 anni e che ha esaminato i dati relativi all’invecchiamento cerebrale di 550 individui che nel 1999 avevano compiuto 79 anni e 1091 persone che nel 2004 erano appena diventati settantenni. Tutti i partecipanti all’esperimento avevano svolto, all’età di 11 anni, un test per misurare la propria intelligenza infantile. Alle stesse persone è stato chiesto di ripetere il test al compimento di 60, 70 e 80 anni. Le variazioni registrate erano di appena 0.7 riguardo al punteggio realizzato in giovanissima età. «È affascinante che dopo 7 decenni la differenza tra i punteggi ottenuti a 11 anni e in età avanzata sia minima, – spiegano gli autori dello studio – perché ciò significa che poco meno della metà della varianza dell’intelligenza in età avanzata era già presente da bambini». Di conseguenza, l’intelligenza dei bambini può essere un fattore predittivo molto forte delle capacità cognitive in età avanzata. Inoltre, un bambino più intelligente dei coetanei è in grado, secondo i risultati forniti dalla ricerca, di vivere più a lungo. (Agenbio) Etr 9:00