Il pianeta in pericolo per i consumi

La salute del pianeta è in grave pericolo a causa principalmente dei consumi, ma con un intervento immediato un futuro prospero è ancora possibile

Roma, 30 settembre 2024 (Agenbio) – Secondo il rapporto “A just world on a safe planet: a Lancet Planetary Health–Earth Commission report on Earth-system boundaries, translations, and transformations”, pubblicato su The Lancet Planetary Health, i consumi, soprattutto quelli della parte più ricca della società mondiale, rischiano di mettere in pericolo un futuro sostenibile.

Grazie a un team internazionale di 65 scienziati naturali e sociali è stato creato un documento di 62 pagine che cerca di mappare come i 7,9 miliardi di persone del mondo potrebbero rimanere entro limiti planetari sicuri, accedendo ai livelli necessari di cibo, acqua, energia, riparo e trasporti. Hanno quindi individuato “spazio sicuro e giusto”, cioè l’unico spazio rimasto ricco di opportunità, in cui le persone e il pianeta potranno continuare a prosperare. Lo studio è stato guidato dai professori Joyeeta Gupta, Xuemei Bai e Diana Liverman e si basa sul rapporto “Safe and Just Earth System Boundaries”, pubblicato su Nature nel 2023. Il documento valuta i potenziali cambiamenti entro il 2050, quando la popolazione sarà probabilmente di 9,7 miliardi di persone.

Questi studiosi hanno individuato un “livello minimo” di giustizia per gli standard di vita quotidiana di base, definiti come 2.500 calorie di cibo, 100 litri di acqua e 0,7 kilowattora di elettricità, insieme a una superficie abitabile di 15 metri quadrati e un trasporto annuale di 4.500 chilometri.

«Per la prima volta, gli scienziati hanno quantificato la sicurezza e la giustizia utilizzando le stesse unità di misura, al fine di determinare il percorso da seguire per un futuro stabile e resiliente in cui tutti noi possiamo prosperare»- ha sottolineato Johan Rockström, co-chair della Earth Commission, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e professore di Earth System Science all’Università di Potsdam- «Le comunità, povere e ricche, in tutto il mondo sono già vulnerabili e diventeranno ancora più esposte, ma abbiamo una finestra per agire ora e cambiare rotta».

Le popolazioni povere infatti sono colpite maggiormente: le località del mondo in cui le popolazioni sono più vulnerabili ai danni causati dal crollo climatico sono l’India, l’Indonesia e il Brasile.

Lo “spazio sicuro e giusto” si ridurrà nel tempo, e la stabilità del pianeta verrà compromessa, a meno che non vengano effettuate trasformazioni urgenti: servirebbe uno sforzo ben coordinato e intenzionale tra politici, imprese, società civile e comunità che può spingere a cambiare il modo in cui gestiamo l’economia e a trovare nuove politiche e meccanismi di finanziamento che possano affrontare le disuguaglianze, riducendo al contempo la pressione sulla natura; poi è fondamentale una gestione, una condivisione e un utilizzo più efficienti ed efficaci delle risorse a tutti i livelli della società, anche affrontando l’eccesso di consumo di alcune comunità che limita l’accesso alle risorse di base per coloro che ne hanno più bisogno; gli investimenti in tecnologie sostenibili poi sono essenziali per aiutarci a utilizzare meno risorse e a riaprire lo Spazio Sicuro e Giusto per tutti. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:30