Il 19 novembre 2024 si è tenuto il Convegno dal titolo “Laurea in Scienze Biologiche e musei scientifici: quali opportunità professionali?” presso la sala convegni del Museo delle Scienze (MUSE) di Trento. Gli Enti organizzatori dell’evento sono sati la Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB) e il Museo delle Scienze di Trento, con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS)
Il Convegno è stato preceduto dalla illustrazione della disposizione del Museo stesso su invito specifico. Dopo i saluti istituzionali del Presidente dell’Ordine del Triveneto, Lucia Zanatta, che ha sottolineato l’importanza della comunicazione e diffusione della scientificità dei Musei, del Presidente dell’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici, Fausto Barbagli, entusiasta di sentir parlare di scientificità nei Musei, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Trento, Italo Gilmozzi, onorato di ospitare un evento a valenza nazionale, è intervento il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi, Vincenzo D’Anna, che ha fatto un excursus sulla professione del Biologo che può esplicarsi nell’Albero delle Professioni, dove vengono annoverate ben 82 competenze diverse tra le quali quella del Biologo nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
Sono seguite le relazioni previste da programma e gli interventi hanno esplicitato le varie professionalità a livello generale prima e nello specifico poi, avendo presente che in un mondo sempre più attento allo sviluppo scientifico, i musei sono diventati dei luoghi chiave per la diffusione della conoscenza ambientale e scientifica, ovvero della bioscienza ai vari pubblici. Inoltre, i musei supportano la ricerca tramite conservazione, collaborazioni e coinvolgimento del territorio con programmi educativi e cercando di reperire fondi attraverso progetti di conservazione e mostre tematiche a valenza scientifica.
Sono stati messi in evidenza alcuni progetti che il MUSE sta portando avanti sia a livello territoriale sia nazionale ed europeo, attraverso sinergie con altre realtà territoriali, con studi portati avanti da laureati in Biologia o in Scienze Naturali.
Presso l’Università di Camerino il percorso portato avanti ha visto il coinvolgimento di numerosi studenti laureati in Scienze Biologiche con l’intento di far conoscere il contesto ambientale del territorio e dare continuità ai percorsi didattici e scientifici andando oltre agli esiti del terremoto del 2016. Sono state messe in atto delle modalità espositive con idee al di là dei “muri” del museo stesso predisponendo comunque dei percorsi didattici a portata di bambini e studenti di ogni ordine e grado.
L’ultimo relatore ha parlato del museo “da vivo” ovvero della gestione di fauna “esotica”, di animali in spazi aperti anche se ristretti (parco natura) e che normalmente vivono in contesti geograficamente. Vengono studiati e recuperati ambienti e abitudini di convivenza con animali più autoctoni con l’osservazione e l’aiuto di biologi attenti nel capire e studiare la biodiversità pur in contesti climatici in continuo cambiamento.
Nella parte finale che si è svolta con una tavola rotonda, i relatori hanno evidenziato le peculiarità e le specificità di piccoli, medi e grandi musei con delle gestioni alle volte difficili per problemi di fondi, ma che sono ricche di soddisfazioni quando si trasmettono saperi nei percorsi formativi e didattici proposti.
Gran parte degli intervenuti ha iniziato la sua esperienza facendo da guida nei musei per poi allargare gli orizzonti occupandosi di conservazione, di ricerca, di indagini sul territorio, di ricerca scientifica, di cura di collezioni puntando molto sulla comunicazione scientifica, sulla didattica e sulla curatela delle mostre. Ciò ha evidenziato come i musei possano essere dei volani per esplorare e valorizzare le numerose possibilità professionali offerte a chi ha conseguito o intende conseguire una laurea in Scienze Biologiche. Gli stessi relatori hanno ritenuto fondamentale essere in possesso della Laurea in Scienze Biologiche per avere una conoscenza di base della Biologia, della Botanica, della Zoologia ecc e un modus operandi di tipo scientifico con ampiezza di vedute delle dinamiche ambientali legate al territorio.
Fra le varie domande ci si è chiesto se non ci fosse la possibilità di pensare a un Museo di Microbiologia e Virologia dato che il recente passato ha lasciato un evidente segno a livello di popolazione in senso lato e la curiosità scientifica può diventare affascinante anche nell’osservazione di batteri e virus.
Dott. Giovanni Gasparetto