Roma, 7 febbraio 2025 (Agenbio) – Uno studio pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine ha analizzato l’impatto del virus respiratorio sinciziale (VRS) su bambini sotto i cinque anni in cinque Paesi europei. Tra questi, figura anche l’Italia che ha il tasso di positività più alto. La ricerca, a cui ha partecipato l’Università di Pisa, è durata dal 2021 al 2023 e ha coinvolto oltre 3.400 bambini. Dalla ricerca è emerso che quasi un terzo (32,9%) delle infezioni respiratorie acute nei bambini in età prescolare è associato al virus sinciziale. “La durata media della malattia è di circa 12 giorni, con oltre il 45% dei genitori che ha dovuto assentarsi dal lavoro e il 70% dei bambini che ha perso giorni di scuola o asilo: i risultati evidenziano inoltre notevoli differenze tra i Paesi coinvolti nello studio in termini di approcci terapeutici, di utilizzo delle risorse sanitarie e di impatto sociale” viene spiegato in una nota. Caterina Rizzo, ordinaria di Igiene e Medicina Preventiva all’Università di Pisa, spiega: “I risultati evidenziano la necessità di migliorare la prevenzione così da alleggerire il carico sulle famiglie e sui sistemi sanitari, soprattutto in concomitanza del periodo invernale quando il virus circola con maggiore insistenza”. “Negli ultimi anni sono stati approvati in Europa nuovi strumenti preventivi contro il virus respiratorio sinciziale, tra cui un anticorpo monoclonale che consente di immunizzare i neonati e un vaccino da somministrare durante la gravidanza – continua l’esperta -. Si tratta di misure che possono avere un impatto positivo non solo sulla salute dei bambini, ma anche sull’organizzazione delle cure primarie”. (Agenbio) Des 14.00