Roma, 13 febbraio 2025 (Agenbio) – Un team di ricerca britannico guidato da scienziati della Facoltà di Medicina dell’Università di Exeter, ha scoperto una forte associazione tra alcuni tipi di batteri presenti nella bocca e una salute migliore o peggiore del cervello. La flora batterica del cavo orale potrebbe dunque essere associata al rischio di demenza e Alzheimer.
I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato il microbioma orale e la funzione cognitiva di 115 persone con età uguale o superiore ai 50 anni. Il 52 percento aveva una funzionalità cerebrale sana, mentre il restante 48 percento mostrava segni di declino cognitivo.
Dall’analisi di campioni di saliva dei partecipanti è emerso che coloro che presentavano una funzionalità cerebrale migliore, con punteggi superiori in test di memoria e altri esercizi cognitivi, avevano nel cavo orale una concentrazione significativa di batteri del genere Neisseria e Haemophilus.
I ricercatori hanno scoperto anche associazioni “cattive”: l’abbondanza di determinati batteri nelle persone con una salute cerebrale peggiore e dunque con segni di declino cognitivo. Nello specifico, è stato osservato che i partecipanti con un cavo orale ricco di batteri dei generi Porphyromonas e Prevotella presentavano più frequentemente problemi di memoria e concentrazione. Spesso questi microrganismi sono legati a una salute orale peggiore, ad esempio alla presenza di malattie gengivali.
I ricercatori hanno anche scoperto che Prevotella era associato a livelli bassi di nitriti ed era più comune nelle persone con una variante specifica del gene APOE4, che a sua volta è associato a un rischio superiore di Alzheimer. (Agenbio) Etr 14.00