Roma, 30 maggio 2023 (Agenbio) – Una problematica molto attuale è la vulnerabilità del territorio italiano, esposto a molteplici rischi naturali che spesso portano a disastri di grande impatto. Antonio Coviello, ricercatore dell’Iriss-Cnr, sottolinea che circa 8 milioni di italiani vivono in zone ad alto rischio di frane o alluvioni, mentre oltre il 93% dei Comuni italiani è esposto a pericoli legati a frane, alluvioni o erosione costiera. A questo si aggiunge che 21 milioni di persone risiedono in aree ad elevato rischio sismico e più di 3 milioni vivono nelle vicinanze dei vulcani campani, considerati tra i più esplosivi al mondo.
Coviello evidenzia l’enorme impatto economico degli eventi estremi. In Emilia Romagna, tra il 2013 e il 2021, i danni causati da fenomeni meteo-idro hanno superato i 2,5 miliardi di euro, mentre gli investimenti in prevenzione si sono fermati a soli 160 milioni. In Campania, teatro di tragedie come quelle di Sarno e Ischia, i danni totali ammontano a circa 1,8 miliardi di euro, con investimenti in prevenzione pari a soli 88 milioni, mostrando un chiaro squilibrio tra le risorse destinate alla riparazione dei danni e quelle per prevenirli.
Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca presso l’Ingv, ha spiegato: «Siamo tutti naturalmente focalizzati sugli eventi catastrofici del Centro e Nord Italia, ma non dimentichiamo che lo scorso anno eventi simili ad Ischia hanno causato 13 morti. Inoltre, da mesi l’area dei Campi Flegrei sperimenta una sismicità continua, di origine prevalentemente vulcanica, che sebbene di bassa intensità rappresenta un fattore di stress per gli edifici». «La zona rossa flegrea – continua De Natale – vale a dire quella che deve essere immediatamente evacuata in caso di eruzione imminente, contiene 600.000 persone, ma in realtà l’intera città di Napoli, circa 1 milione di persone, è contenuta nella zona gialla, ad altissimo rischio per la ricaduta di cenere e pomici che può facilmente causare il collasso dei tetti e quindi degli edifici. Il costo di un’evacuazione non programmata di 600.00 persone sarebbe di oltre 30 miliardi l’anno, costo che andrebbe moltiplicato almeno per alcune decine di anni. Oggi la priorità è valutare attentamente la vulnerabilità degli edifici ed il loro progressivo degrado in conseguenza di una sismicità continua di bassa intensità, ma questi territori vanno curati e tutelati».
Renato Somma, ricercatore dell’Ingv e collaboratore di Coviello nella stesura del volume sui rischi catastrofali, ribadisce che il territorio italiano è estremamente fragile. Esso è soggetto a una varietà di rischi, tra cui quelli idrogeologici, sismici e vulcanici, che devono essere valutati e mitigati attraverso azioni preventive. Somma sottolinea che dal 1861 in Italia si sono verificati 36 terremoti di media o forte intensità, causando oltre 150.000 vittime. I costi delle ricostruzioni, solo tra il 1968 e il 2016, hanno superato i 125 miliardi di euro. Per Somma, la mitigazione dei rischi si fonda sulla prevenzione, e la prevenzione stessa dipende dalla conoscenza approfondita delle vulnerabilità del territorio e da una pianificazione adeguata. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00