Roma, 30 agosto 2023 (Agenbio) – Negli ultimi anni, la realtà virtuale si è affermata come una tecnologia in grado di andare oltre il semplice intrattenimento, dimostrandosi uno strumento innovativo con applicazioni in settori come la psicologia, le neuroscienze e l’ambito aziendale. In questo panorama, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma ha compiuto significativi progressi nell’utilizzo della realtà virtuale per approfondire la comprensione delle emozioni altrui e stimolare l’empatia.
Lo studio, condotto all’interno del programma europeo H2020 SPICE Project e pubblicato sulla rivista “Computers in Human Behavior”, ha esplorato nuovi modi di sviluppare l’empatia attraverso l’uso di ambienti virtuali. In un museo virtuale creato appositamente per l’esperimento, i partecipanti hanno avuto la possibilità di vivere esperienze in cui assumevano le prospettive di individui con caratteristiche diverse dalle proprie, come età, genere e nazionalità. Questo processo, noto come “virtual embodiment” (incarnazione virtuale), permette di “indossare i panni” di un’altra persona e sperimentare in prima persona la sua realtà.
Per valutare l’empatia dei partecipanti, i ricercatori hanno adottato un approccio multidisciplinare, integrando l’analisi del linguaggio verbale tramite sistemi di intelligenza artificiale con la misurazione di parametri psicofisiologici, come la microsudorazione cutanea. Questa combinazione ha permesso di ottenere una visione approfondita delle reazioni emotive suscitate dall’esperienza virtuale.
I risultati dello studio hanno dimostrato che vivere una realtà virtuale nei panni di individui diversi favorisce una comprensione più profonda delle emozioni altrui, considerate universali, e dei valori morali, fortemente legati al contesto socio-culturale. La ricerca ha inoltre evidenziato che tali esperienze possono promuovere comportamenti prosociali, contribuendo a combattere fenomeni come l’esclusione sociale e l’indifferenza verso la diversità.
Uno degli aspetti innovativi del lavoro è stato l’utilizzo combinato della realtà virtuale con tecniche avanzate di analisi, come i grafi di conoscenza, l’elaborazione automatica del linguaggio in tempo reale e la rilevazione di segnali psicofisiologici. Questo approccio ha permesso di esplorare il potenziale della realtà virtuale per stimolare l’inclusione sociale e sensibilizzare le persone alla comprensione delle differenze individuali.
Secondo gli autori dello studio, tra cui Aldo Gangemi, Chiara Lucifora, Francesco Poggi, Massimiliano Schembri e Giorgio M. Grasso, le applicazioni future di questa tecnologia potrebbero riguardare anche la formazione e l’educazione, con l’obiettivo di creare una società più empatica e inclusiva.
In sintesi, la realtà virtuale si sta affermando come uno strumento all’avanguardia nel promuovere l’empatia e la comprensione dei valori morali, aprendo nuove prospettive per affrontare le sfide della diversità e dell’inclusione sociale in un mondo sempre più complesso. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00