Roma, 30 aprile 2024 (Agenbio) – Il progetto COLLINE, coordinato dall’ENEA e finanziato dalla Regione Lazio, ha sviluppato nuove metodologie per il recupero e la conservazione dei monumenti in marmo peperino danneggiati, grazie all’uso di tecnologie avanzate come nanomateriali, diagnostica, sensoristica, modelli 3D e droni. Questi strumenti consentono di ridurre significativamente i tempi e i costi degli interventi di restauro. Il progetto, presentato durante il workshop “Nuove tecnologie a servizio dei Beni Culturali” presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati, coinvolge anche le Università della Tuscia e “Sapienza” di Roma, nonché le aziende De Feo Restauri ed Eagle Projects. L’iniziativa si è concentrata sul recupero di due monumenti in peperino a Viterbo: il pulpito della chiesa di San Francesco alla Rocca e la fontana di San Faustino.
Per il restauro, sono stati impiegati materiali biocompatibili e sostenibili, come oli essenziali, insieme a nanomateriali innovativi progettati nei laboratori dell’ENEA a Frascati. L’obiettivo era quello di proteggere questi manufatti da agenti esterni, quali umidità e attacchi biologici, garantendo al contempo una conservazione duratura. Come spiegato da Valeria Spizzichino, esperta del Laboratorio Diagnostiche e Metrologie, le superfici dei monumenti esposte agli agenti atmosferici mostrano segni di deterioramento che dipendono dall’esposizione e dall’orientamento delle superfici stesse. Il degrado dei materiali lapidei, causato da fattori come il tempo, la mancanza di interventi di conservazione e attacchi chimici, fisici e biologici, compromette la stabilità dei monumenti e la loro fruibilità.
Il team di ricerca ha utilizzato diverse tecniche di diagnostica, tra cui imaging multispettrale, Fluorescenza Indotta da Laser (LIF), Spettrofotometria VIS-IR e colorimetria, per caratterizzare i materiali originali dei manufatti, identificare i segni di degrado e tracciare eventuali interventi di restauro precedenti. L’identificazione dei biodeteriogeni presenti sui manufatti è stata effettuata in loco mediante l’uso di lidar fluorosensori innovativi, sviluppati nei laboratori ENEA, che hanno anche confermato l’efficacia dei trattamenti effettuati e l’assenza di nuovi fenomeni di degrado.
Per il pulpito di San Francesco alla Rocca, sono state installate sensori avanzati, tra cui quelli in fibra ottica FBG (a reticolo di Bragg), per monitorare le condizioni ambientali e microclimatiche. Questi sensori, insieme a dispositivi commerciali per la rilevazione della temperatura e innovativi sensori di umidità sviluppati dall’ENEA, forniscono dati cruciali per differenziare l’impatto degli agenti atmosferici sulle superfici e per correlare tali effetti con i fenomeni di biodegrado. I dati raccolti sono ancora in fase di acquisizione e permetteranno di monitorare l’evoluzione dei danni nel tempo.
L’uso di droni e laser scanner 3D ha permesso di creare una mappatura dettagliata dei beni oggetto di studio, generando modelli 3D accurati che sono stati poi integrati in una piattaforma web-GIS. Questa piattaforma consente di visualizzare, misurare e monitorare i manufatti con grande precisione, offrendo una mappa georeferenziata e aggiornata in tempo reale, che tiene conto delle informazioni provenienti dalla sensoristica e dalle diagnosi effettuate. In questo modo, è possibile monitorare continuamente lo stato di conservazione dei beni, facilitando l’intervento tempestivo in caso di necessità.
Rosaria D’Amato, del Laboratorio ENEA di Micro e Nanostrutture per la Fotonica, ha sottolineato come questa collaborazione pubblico-privata apporti vantaggi significativi per tutti i soggetti coinvolti, dalle università e enti di ricerca alle aziende, fino ai gestori dei beni. I risultati del progetto contribuiscono ad ampliare le conoscenze e le competenze nel settore, creando le basi per un ulteriore sviluppo e per un’offerta più ampia sul mercato. L’integrazione delle tecnologie avanzate, come l’Internet of Things (IoT) e l’Internet of Knowledge, consente di trasformare e trasferire la conoscenza in modo che generi valore per il settore dei beni culturali.
Le tecniche innovative impiegate nel progetto garantiscono una semplificazione dei processi di manutenzione e una riduzione dei costi, offrendo anche un nuovo approccio alla gestione e fruizione dei beni storici. La piattaforma web-GIS, con i modelli 3D dei siti e i dati acquisiti dai sensori in tempo reale, consente un accesso facile e continuo a tutte le informazioni raccolte, rendendo la gestione del patrimonio culturale più efficiente e allineata alle direttive europee e al Piano Nazionale Impresa 4.0. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00