Scoperti nuovi metodi per tutelare i libri antichi

Roma, 30 giugno 2024 (Agenbio) – L’ENEA ha sviluppato un innovativo protocollo diagnostico che consente di valutare rapidamente e senza danneggiare i libri antichi, sia lo stato di conservazione che l’efficacia dei trattamenti di pulizia applicati dai restauratori per rallentare o prevenire i processi di invecchiamento e deterioramento dei materiali. Come spiega Sabina Botti, ricercatrice del Laboratorio ENEA Micro e nanostrutture per la fotonica e principale autrice dello studio pubblicato sulla rivista *Molecules*, la metodologia impiegata si basa su due tecniche non invasive: la spettrometria Raman e la microscopia ottica. Questi metodi, senza la necessità di prelevare alcun campione del materiale, permettono di ottenere dettagliate informazioni sulla morfologia e sulla composizione chimica della carta, un materiale di fondamentale importanza storica e documentale, ma anche altamente vulnerabile e soggetto a deterioramento.

La ricerca si concentra sul miglioramento dei trattamenti di pulizia sviluppati per ridurre il degrado della carta e per restituire al patrimonio librario la sua integrità originaria. Diversi trattamenti sono stati progettati per rimuovere contaminanti esterni e i prodotti di ossidazione e decomposizione della carta stessa. Tuttavia, come sottolinea Botti, non tutti questi trattamenti riescono a conservare in modo ottimale le caratteristiche uniche degli oggetti antichi nel tempo. Per studiare l’efficacia di questi trattamenti, il team di ricerca ha utilizzato campioni di carta databili alla fine dell’Ottocento e ha applicato la spettroscopia Raman, una tecnica che sfrutta la luce per analizzare la composizione chimica dei materiali. La spettroscopia Raman si è rivelata particolarmente utile per identificare i segni di degrado e per monitorare l’efficacia dei trattamenti di pulizia, fornendo informazioni precise sul tipo di danno e sul suo recupero.

Gli esperimenti condotti hanno esaminato vari trattamenti di pulizia “green”, che utilizzano sostanze chimiche non tossiche e non aggressive, come gli idrogel, oltre a trattamenti basati sull’irraggiamento diretto dei campioni con radiazioni nell’intervallo dell’estremo ultravioletto (EUV). I ricercatori hanno anche esplorato trattamenti combinati che univano l’uso di idrogel e radiazioni UV. I risultati hanno mostrato che l’idrogel è particolarmente efficace nel catturare e rimuovere i contaminanti e i prodotti di degrado, come amido, gomma arabica, colle animali e gelatina. Inoltre, l’irraggiamento EUV non solo agisce sui contaminanti fungini, ma migliora anche l’indice di cristallinità della carta trattata, rinforzando la struttura del materiale e aumentando la sua resistenza ai processi di ossidazione e invecchiamento.

La ricerca ha evidenziato che la cellulosa, il principale costituente della carta, è un materiale stabile ma soggetto a degrado nel tempo a causa di vari fattori, tra cui le materie prime, i metodi di produzione, le sostanze aggiunte e le condizioni ambientali come luce, temperatura, umidità, e la presenza di agenti patogeni e inquinanti atmosferici. La capacità di valutare con precisione e senza danni lo stato della carta prima e dopo il trattamento è cruciale per ottimizzare i metodi di conservazione e garantire che il patrimonio librario venga preservato per le generazioni future. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00