Si segnala una grave criticità che minaccia la professione dei Biologi italiani: l’attribuzione di competenze diagnostiche ai farmacisti nell’ambito della “Farmacia dei Servizi”. Il recente accordo collettivo nazionale, infatti, viola la normativa vigente attribuendo ai farmacisti la possibilità di validare referti clinici eseguiti con il metodo POCT su sangue capillare, nonostante l’assenza di una base giuridica adeguata.
Oltre ai profili normativi, vi sono anche importanti questioni scientifiche: la differenza tra esami su sangue capillare e su sangue venoso è significativa in termini di accuratezza e affidabilità dei risultati. I laboratori di analisi sono soggetti a rigorosi controlli di qualità e a normative stringenti, mentre l’esecuzione estemporanea di test in farmacia rischia di compromettere la precisione diagnostica.
La FNOB ribadisce la necessità di garantire che eventuali esami diagnostici effettuati in farmacia siano supervisionati da laboratori accreditati, con un direttore tecnico responsabile della qualità e della refertazione.
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