Raggiunto il massimo delle temperature negli oceani

Roma, 30 gennaio 2025 (Agenbio) – Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Sciences” ha rivelato che il riscaldamento degli oceani nel 2024 ha portato a nuovi record di temperatura. L’oceano ha raggiunto il livello di calore più alto mai registrato, non solo in superficie, ma anche nei primi 2000 metri di profondità.

La ricerca, coordinata da Lijing Cheng dell’Istituto di fisica atmosferica dell’Accademia cinese delle scienze, ha coinvolto un team di 54 scienziati provenienti da sette Paesi. Lo studio evidenzia l’impatto di un oceano più caldo sulla vita terrestre e sulle prospettive future.

Due ricercatori del CNR-ISMAR, il dott. Andrea Storto e la dott.ssa Chunxue Yang, hanno contribuito alla ricerca, fornendo l’analisi in tempo reale della Cnr-Ismar Global historicAl (CIGAR), una rianalisi oceanica che ha confermato il nuovo record di temperatura oceanica per il 2024. L’oceano gioca un ruolo fondamentale nel clima terrestre: circa il 90% del calore in eccesso causato dal riscaldamento globale viene assorbito dagli oceani, che coprono il 70% della superficie terrestre. Di conseguenza, gli oceani influenzano i processi meteorologici trasferendo calore e umidità nell’atmosfera.

I risultati delle tre squadre internazionali che hanno collaborato alla ricerca sono concordi: gli oceani continuano a riscaldarsi e il 2024 è stato un anno da record.

Dal 2023 al 2024, il contenuto di calore oceanico nei primi 2000 metri è aumentato di 16 zettajoule, ovvero circa 140 volte la produzione totale di elettricità del mondo nel 2023.

«Negli ultimi cinque anni, l’OHC è aumentato costantemente di 15-20 ZJ, nonostante i cicli di La Niña ed El Niño», ha commentato il prof. Michael Mann dell’Università della Pennsylvania.

Anche la temperatura superficiale dell’oceano ha raggiunto livelli record. Le temperature superficiali sono cruciali perché determinano la velocità con cui il calore e l’umidità vengono trasferiti dall’oceano all’atmosfera, influenzando così i fenomeni meteorologici. Dal termine degli anni Cinquanta, l’aumento delle temperature superficiali è stato significativo.

Tuttavia le variazioni regionali sono evidenti. L’Atlantico, il Mar Mediterraneo e l’Oceano Meridionale alle medie latitudini stanno riscaldando significativamente, mentre alcune aree del Pacifico settentrionale si sono riscaldate rapidamente, mentre altre, come la regione tropicale, sono rimaste più stabili a causa dei cicli di La Niña ed El Niño. Il calore si è accumulato anche vicino ai Poli. Un oceano più caldo ha anche un impatto devastante sulla vita marina, con effetti profondi su numerosi ecosistemi.

«L’oceano continua a influenzare il clima aumentando il vapore acqueo nell’atmosfera, il che provoca un’intensificazione degli estremi nel ciclo idrologico. Il vapore acqueo è anche un potente gas serra, e il suo aumento contribuisce ad accrescere il rischio di siccità, incendi e fenomeni atmosferici estremi, come uragani e tifoni», ha dichiarato Kevin Trenberth, scienziato emerito del National Center for Atmospheric Research (USA), coautore della ricerca.

Negli ultimi 12 mesi, 104 Paesi hanno registrato le temperature più alte di sempre, e fenomeni come siccità, ondate di calore, inondazioni e incendi hanno colpito numerose regioni, tra cui l’Africa, l’Asia meridionale, le Filippine, il Brasile, l’Europa, gli Stati Uniti, il Cile e la Grande barriera corallina. Dal 1980, i disastri climatici hanno causato danni economici negli Stati Uniti per quasi 3.000 miliardi di dollari.

Il calore degli oceani rappresenta il miglior indicatore per monitorare il cambiamento climatico. Se non si interviene prontamente per rallentare il cambiamento climatico, i danni, le perturbazioni e le implicazioni economiche e ambientali continueranno a crescere. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00