Roma, 30 gennaio 2025 (Agenbio) – Un team di ricercatori della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università della Florida e dell’UF Health Cancer Center ha identificato una mutazione genetica che potrebbe essere legata alla segnalazione del sistema immunitario nell’emangiosarcoma canino, una scoperta che potrebbe aprire la strada a trattamenti più efficaci sia per i cani che per gli esseri umani affetti da tumori simili. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Gene Therapy.
Lo studio si concentra sull’emangiosarcoma, un tipo di cancro aggressivo che sviluppa vasi sanguigni maligni nei cani. Questo tumore, che rappresenta una minaccia per la vita, è difficile da diagnosticare precocemente, poiché cresce in modo silente e può rompersi improvvisamente, causando situazioni di emergenza. La prognosi è generalmente pessima, con solo il 10% dei cani diagnosticati che sopravvivono oltre un anno, e nessuno che sopravvive oltre due anni. Sebbene questo tumore possa colpire cani di qualsiasi razza e età, i golden retriever anziani sono particolarmente vulnerabili. La sua alta incidenza, con oltre 50.000 casi segnalati ogni anno nelle cliniche veterinarie, offre ai ricercatori una base di dati importante che potrebbe rivelarsi utile anche per gli esseri umani affetti da angiosarcoma, una forma rara di cancro che colpisce circa 1.000 persone ogni anno negli Stati Uniti.
«I nostri compagni a quattro zampe ci stanno aiutando a fare ricerca sul cancro di alta qualità», ha commentato Jon Kim, professore associato presso il college e ricercatore principale dello studio. «Studiando il cancro nei cani, possiamo imparare molto sulla biologia del cancro umano».
I ricercatori hanno fatto una scoperta fondamentale riguardo a come l’emangiosarcoma cresce e si diffonde. Hanno rilevato che il tumore non solo crea nuovi vasi sanguigni per alimentarsi, ma riesce anche a manipolare le cellule sane circostanti, costringendole ad aiutarlo nella formazione di vasi sanguigni che nutrono il tumore. Inoltre, i ricercatori hanno identificato una mutazione genetica nel gene PIK3CA che permette alle cellule tumorali di inviare segnali che confondono il sistema immunitario. Sebbene le mutazioni PIK3CA siano note da tempo nei tumori umani, non era chiaro come influenzassero la crescita del cancro e la risposta ai trattamenti. I risultati di questo studio colmano questa lacuna nella conoscenza, secondo quanto affermato da Kim.
«Questa ricerca ci fornisce informazioni cruciali che potrebbero portare a nuovi trattamenti per i pazienti con emangiosarcoma canino con questa mutazione, così come per quelli umani affetti da angiosarcoma», ha detto Kim. La rarità dell’angiosarcoma umano ha reso difficile la ricerca, impedendo di raccogliere abbastanza dati per studi clinici significativi. Tuttavia, l’alta incidenza dell’emangiosarcoma nei cani offre un modello naturale di studio molto utile per i ricercatori.
«Vediamo molti casi di emangiosarcoma nelle cliniche veterinarie – ha aggiunto Kim- Ci auguriamo che il nostro lavoro sia utile non solo per i cani malati, ma anche per i pazienti umani che soffrono di questa terribile malattia.» In laboratorio, il team ha osservato che le cellule dell’emangiosarcoma possiedono una capacità unica di stimolare la produzione di nuove cellule del sangue, un processo che potrebbe favorire la crescita di “cellule amiche del cancro”, confuse dal sistema immunitario, permettendo così la proliferazione del tumore. I ricercatori hanno anche scoperto che questo processo è mediato dalla mutazione del gene PIK3CA, il che suggerisce nuove opportunità terapeutiche mirate a questa mutazione e ai suoi effetti sull’immunosoppressione. (Agenbio) Eleonora Caruso 11:30