Autismo, principio attivo riduce l’infiammazione del cervelletto

Roma, 18 marzo 2025 (Agenbio) – Uno studio coordinato dall’Università di Trento ha indagato il legame tra l’insorgenza di disturbi dello spettro autistico e l’infiammazione del cervelletto, dimostrando i potenziali benefici apportati con il trattamento terapeutico a base di N-acetilcisteina. un principio attivo di molti farmaci mucolitici, antinfiammatori e antiossidanti.
La ricerca, iniziata cinque anni fa, si è concentrata sul ruolo del gene Cntnap2 che, quando muta, provoca l’infiammazione del cervelletto, cioè la parte posteriore del cervello associata al controllo del movimento, all’equilibrio e a funzioni in ambito cognitivo e comportamentale.
Gli autori della ricerca hanno evidenziato che l’effetto terapeutico prodotto da N-acetilcisteina è mediato dalle microglia, un tipo di cellule del sistema nervoso centrale, che si occupano della difesa immunitaria del tessuto nervoso.
“Quello che abbiamo visto – spiega Yuri Bozzi, coordinatore del gruppo di ricerca – è che se viene somministrata la N-acetilcisteina, la microglia comincia a lavorare meglio, svolgendo la sua funzione di riparazione e di riduzione del danno infiammatorio”.
Anche se questo meccanismo va ulteriormente validato, le cellule della microglia potrebbero essere un bersaglio terapeutico ancora più preciso.
I risultati ottenuti aprono nuove prospettive nella comprensione delle basi biologiche dell’autismo, suggerendo che la vulnerabilità genetica e il bilanciamento tra stress ossidativo e infiammazione possano giocare un ruolo chiave nei disturbi dello spettro autistico. Il lavoro è stato pubblicato dalla rivista Brain Behavior and Immunity. (Agenbio) Etr 09.00