Febbraio 2014
Frutta all’aperto
Attraverso la sentenza n. 6108 della Terza Sezione della Corte di Cassazione Penale si punisce con sanzione pecuniaria chi espone la frutta fuori dal proprio esercizio commerciale. Tale decisione scaturisce dal fatto che le cassette do frutta esposte all’aperto risultano essere soggette a contaminazioni da agenti atmosferici (smog) e dai gas di scarico dei veicoli in transito quindi si viola l’obbligo di assicurare un’idonea conservazione dei prodotti alimentari. Visto che in Italia l’esposizione della frutta all’aperto è una pratica molto diffusa come ci dovremo comportare…?
Etichette bugiarde…
Un recente studio Inglese (condotto dalle autorità locali del West Yorkshire e pubblicato su “The Guardian”) sulle etichette dei prodotti alimentari ha rilevato che il 38% di queste dichiarano falsità.
Lo studio è stato condotto su 900 prodotti tra bevande ed alimenti analizzando il contenuto per verificare se vi era corrispondenza con quanto dichiarato in etichetta e con forte sorpresa è emerso che circa un’etichetta su tre mente! Ma l’aspetto più assurdo è stato il fatto che in alcuni casi si era al limite del paradosso come per il Tè dimagrante che conteneva glucosio in polvere e un farmaco dimagrante (ovviamente usabile solo su prescrizione medica!) in quantità circa dieci volte superiori alla dose normale ed ovviamente nel prodotto commercializzato non vi era neanche la traccia di tè e di erbe snellenti…
A questo punto viene da domandarsi “che influenza potrà avere l’imminente attuazione del Regolamento UE 1169/2011 se non si esegue un costante monitoraggio analitico di tutti i prodotti alimentari? Aspetto molto probabile visti i sempre più numerosi tagli”.
Evviva i colori!
Non c’è cosa più bella dei colori, mettono allegria e sono parecchio attraenti. Lo sappiamo tutti anche i “creatori” di prodotti alimentari infatti gli alimenti sempre più spesso ci appaiono con colori sgargianti ed invoglianti. Tutti vogliamo la carne di Tonno bella rossa tanto da spingere qualche “furbetto” ad alterare la colorazione delle carni di questo pesce praticano delle tecniche illegali come l’uso del monossido di carbonio (in quanto dona una tipica colorazione rossa) altri immergono le carni ittiche non perfettamente bianche in perossido di idrogeno (acqua ossigenata) il quale sbianca la carne rendendola più invitante… per non parlare della carne animale (bovino, suino, ecc.), guai a comprarla di color rosa (tipica colorazione delle carni suine), tutti la vogliamo color rosso sangue tanto da spingere qualche produttore a trattarla con nitriti o nitrati (additivi ammessi in alcune matrici alimentari) perché libera l’emoglobina presente in essa colorando di rosso i muscoli… in molti cercano l’olio extravergine d’oliva di un tenero color verdino in quanto si pensa sia di maggiore pregio… poi non parliamo delle caramelle, degli snack e delle merendine o dei dessert, guai a mangiarli se non sono coloratissimi…
Insomma i colori ci piacciono veramente tanto anche a tavola, ma in pochi riflettono sul fatto che tale comportamento induce i produttori/commercianti disonesti a praticare sugli alimenti alcuni trattamenti illegali e spesso pericolosi per la salute e che inducono quelli onesti ad usare i coloranti ammessi dalla normativa (additivi indicati con la lettera “E” seguita da un numero, es. E109).
Recenti studi (l’ipotesi di Benjamin Feingold sulla correlazione tra alcuni coloranti e l’iperattività di alcuni bambini, la ricerca effettuata nel 2007 nell’Università di Southampton, ecc.) e la recente valutazione dell’EFSA (che in sintesi afferma che potrebbero esserci certi individui sensibili ad alcuni additivi coloranti tanto da decidere di ridurre la DGA – Dose Giornaliera Accettabile – per alcuni coloranti) dimostrano che attorno a certi coloranti legali c’è una certa ombra di dubbio… sicuramente moltissimi sono innocui, ma su certi c’è ancora da indagare!
Insomma se proprio amiamo i colori, usiamo un bel pullover arancione, un ombrello rosso, un cappotto giallo, dei pantaloni viola, compriamoci una vettura color fucsia, ma a tavola lasciamo che accedano solo i colori naturali degli alimenti…
Sale a gogò…
L’ingente consumo di sale (cloruro di sodio) negli adolescenti è accompagnata alla predisposizione all’obesità (a prescindere dal cibo e dalle bevande consumate) e a fenomeni infiammatori. Questo è quanto è emerso da uno studio effettuato negli Stati Uniti dalla Dr.ssa H. Zhu dell’Università di Augusta e pubblicato sulla rivista “Pediatrics”. La ricerca è stata effettuata su 766 adolescenti tra i 14 e i 18 anni rilevando un consumo medio di sale uguale a quello degli adulti. Circa il 75% del sale consumato ha origine da alimenti elaborati e da cibi dei fast-food.
Lasciamo ai Biologi ricercatori l’arduo compito di verificare questi studi, speriamo che i Biologi nutrizionisti sappiano incidere sulle abitudini alimentari dei giovani e auguriamoci che i colleghi esperti di sicurezza degli alimenti sappiano riformulare gli ingredienti dei prodotti alimentari riducendo il contenuto di sale.
Colleghi diamoci da fare…
Dr. Luciano O. Atzori
Consigliere Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi
Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità
Le NEWS sull’Igiene, sulla Sicurezza e sulla Qualità rappresentano una forma gratuita di informazione/formazione di natura tecnico-scientifica, legislativo-giuridica, burocratica e di etica professionale utile ai Biologi che operano, o intendono operare, nel settore della Sicurezza Alimentare, della Sicurezza sul Lavoro e dei sistemi di Qualità.
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