Il British Medical Journal si interessa del Convegno dell’Onb e sostiene le ragioni del confronto

Il 13 febbraio scorso, la rivista medica “British Mediacal Journal” ha pubblicato un articolo dal titolo “Un convegno di Biologi in Italia suscita critiche per l’inclusione di relatori anti-vaccino”, nel quale si parla del convegno “Nuove frontiere della Biologia”, organizzato dall’ONB il prossimo 2 marzo a Roma.

 

Di seguito riportiamo alcuni commenti fatti alla notizia dalla comunità scientifica britannica.

 

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E’ singolare che gli organizzatori del convegno siano stati criticati per aver invitato “relatori anti-vaccino”. Avrei ritenuto appropriato ascoltare i pro e i contro e in seguito lasciare che un dibattito avesse luogo.

 

 

Ero solito vaccinarmi contro il vaiolo prima di rischiare l’esposizione ad un EVENTUALE vaiolo importato dall’estero – questo accadeva nel distretto londinese di Redbridge, dipartimento della salute pubblica, prima del 1974. E ho fatto vaccinare tutta la mia famiglia, ogni volta che le circostanze lo richiedevano.

 

 

È un dato di fatto che, almeno nel Regno Unito, gli esperti di salute pubblica – accademici e specialisti del Servizio Sanitario Nazionale si sono rifiutati di impegnarsi in un dibattito sul British Medical Journal riguardo alle pratiche di immunizzazione INDIVIDUALE e ai “vaccini” usati. Ho scritto il vaccino tra virgolette poiché il termine è usato oggigiorno per descrivere qualsiasi prodotto farmaceutico volto a produrre anticorpi contro una malattia infettiva.

 

Conflitto di interessi: mi piace ascoltare entrambi i lati di ogni argomento. Un adeguato dibattito.

 

Se una persona ha domande sull’efficacia o sui pericoli dei vaccini, non la si convincerà se la si etichetta come negazionista, complottista o simili. Il modo per convincere qualcuno è di presentare delle prove senza essere coinvolto o sopraffatto emotivamente e di rispondere alle sue domande, ancora una volta, con delle prove.

 

 

Le persone hanno domande legittime sulla vaccinazione. Hanno visto grafici, per esempio, di tassi di malattia che diminuiscono significativamente nel tempo PRIMA che i vaccini siano stati introdotti. Vogliono sapere perché, e perché i vaccini sono stati accreditati come efficaci per l’eradicazione di queste malattie, se una diminuzione così significativa si è verificata prima che i vaccini entrassero in gioco. Queste domande hanno delle risposte, ma se a queste domande non vengono date risposte soddisfacenti, o non viene fatto alcun tentativo di rispondere, le persone coveranno risentimento. Se si ricorre agli insulti, ciò semplicemente farà sì che l’interlocutore farà un passo indietro e cercherà le risposte altrove. Insultare o etichettare l’interlocutore non ha alcun fine utile e veicola solo il messaggio che non hai nulla da aggiungere alla conversazione, che non sei in grado di rispondere alla domanda e che sei coinvolto in un tentativo di controllo solo per “vincere” una disputa.

 

 

Rispondi alle domande delle persone con calma, in modo naturale, e ammetti che di non avere una risposta se non ne hai una. Forza o costrizione producono solo ansia. L’eliminazione di punti di vista o domande alternative porta solo ad accuse di occultamento e soppressione della libertà di parola.

 

Se non hai nulla da nascondere, perché reprimere il dibattito, soprattutto tra i professionisti che dovrebbero sempre essere in grado di controbattere con informazioni concrete?

 

Conflitto di interessi: nessun conflitto

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