Autismo, uno studio scopre un nuovo potenziale biomarcatore della malattia

Diagnosticare i disturbi dello spettro autistico più presto possibile, per mettere in campo subito tutte le armi a disposizione per contrastarli. Un obiettivo cui la comunità scientifica si sta dedicando da tempo. E che ora, finalmente, sembra essere più vicino.
Uno studio appena pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry, a firma di un’équipe di scienziati del Mind Instiute and Department of Psychiatry and Behavioral Science alla University of California Davis, ha infatti appena indagato se i livelli anomali di diversi amminoacidi nel sangue potessero, in qualche misura, essere un indicatore della presenza di un disturbo dello spettro autistico.
Gli autori hanno concluso che in una sottopopolazione (pari a circa il 17%) di tutti i pazienti che soffrono di autismo, i livelli di tali amminoacidi (che sono misurabili tramite un test del sangue) effettivamente appaiono alterati. Un risultato che, sebbene possa apparire di entità modesta, potrebbe comunque fornire una conferma diagnostica importante per la malattia.  
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