I Neanderthal ci hanno lasciato un’eredità genetica positiva: un cospicuo numero di mutazioni in alcuni geni che offrono protezione da molti virus a RNA. La scoperta – fatta dai biologi evoluzionisti David Enard, dell’Università dell’Arizona a Tucson, e Dmitri A. Petrov, della Stanford University, e illustrata su “Cell” – è un’ulteriore conferma dell’importanza del patrimonio genetico che abbiamo ereditato dai nostri cugini estinti.
I Neanderthal sono scomparsi fra 30.000 e 40.000 anni fa, ma hanno fatto in tempo a incrociarsi con la nostra specie, che aveva da poco iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Le tracce di questo incrocio sono presenti in buona parte delle popolazioni non africane, e rappresentano in media circa il 2 per cento del genoma. Alcune di queste tracce, inoltre, sono molto più diffuse di altre, tanto da suggerire che la loro persistenza sia legata a un vantaggio evolutivo.
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