Dal 2016 la biologa montebellunese Giulia Poloni lavora a Oxford. Il suo è, infatti, uno dei tanti cervelli in fuga per i quali le Università e aziende italiane non sono riuscite a trovare un posto adeguato alle competenze e ai sogni. O che, comunque, hanno visto fuori dal bel paese un modo per esprimersi e crescere dal punto di vista professionale. Prima di andarsene altrove, però, Giulia, che ora ha trent’anni, da ricercatrice ha lasciato il segno. E chissà quanti altri avrebbe potuto o potrebbe lasciarne se solo l’Italia sapesse valorizzarla.
Giulia, figlia di Licia Albanese e Sandro Poloni, fa parte del gruppo di ricercatori che, coordinato dalla professoressa Alessandra Rampazzo, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, è riuscito a scoprire un nuovo gene coinvolto nella cardiomiopatia aritmogena, cui sarebbero legate le morti improvvise di giovani atleti e non solo.
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