Giornata di audizione, ieri, in commissione Igiene e Sanità del Senato. Al centro dell’incontro l’esame del disegno di legge n. 770 contenente disposizioni in materia di prevenzione vaccinale. Tra quanti sono stati ascoltati, c’era anche l’avvocato Mirella Manera, penalista, giurista dell’associazione Attuare la Costituzione.
“Tutte le politiche vaccinali e la soglia del 95% sono raccomandazioni che provengono dall’Organizzazione mondiale della Sanità: bisognerebbe compiere una valutazione sul valore scientifico delle raccomandazioni che provengono da questo organismo” ha spiegato la penalista milanese. Secondo Manera: “tutti i programmi vaccinali dell’Oms che ne ha fondamentalmente due (uno relativo alle malattie prevenibili da vaccino, l’altro sull’eradicazione della poliomielite) sono finanziati per lo più con fondi privati, versati non solo da società farmaceutiche, ma anche dalla Melinda e Bill Gates Foundation e da Gavi Alliance, sempre creata dalla Melinda e Bill Gates Foundation, con fondi, si dice, riservati all’attuazione di determinati programmi”. “Ormai – prosegue la giurista – oltre i 3/4 del patrimonio Oms sono finanziati in questo modo, solo il 7% è versato in modo libero, cioè solo il 7% dei finanziamenti che l’Oms riceve può essere destinato dall’Oms dove vogliono. Tutti questi dati che riferisco sono documentati sul sito dell’Oms”. “Non possiamo prescindere – ha rilanciato l’avvocato Manera – dal fatto che tutto quello che proviene dall’Oms come indicazione in campo vaccinale possa anche rappresentare interessi privatistici, e quindi richieda un maggiore vaglio da parte della politica, soprattutto in relazione alle reali condizioni epidemiologiche del nostro Paese”.
“Se anche la scienza ci dice che 10 vaccini sono sicuri, non significa che poi la politica debba automaticamente obbligare alla vaccinazione o tanto più prevedere sanzioni così gravi, come quelle previste dall’attuale legge sui vaccini” ha quindi proseguito la giurista dell’associazione Attuare la Costituzione, durante l’audizione in commissione Sanità.
“La Corte costituzionale – ha sostenuto Manera – ha stabilito il principio di ragionevolezza scientifica delle leggi, secondo cui una legge in materia sanitaria deve certamente rispondere a dei criteri scientifici, acquisiti da organismi sanitari accreditati internazionali o nazionali o comunque, da una verifica, da un’acquisizione di questi dati scientifici”.
“Alla luce di ciò – ha rimarcato ancora – si comprende che il dato scientifico è asservito alla Costituzione, serve per raggiungere obiettivi costituzionali. La scienza non viene calata dall’alto, ma la politica ha il dovere di valutare il dato scientifico che promana dagli organismi che lo emettono e di compiere una valutazione sul contemperamento dei valori costituzionali che le politiche sanitarie vanno a toccare nell’applicazione di questi dati scientifici”.
“Il testo del ddl 770″ sui vaccini, attualmente in discussione, è dal mio punto di vista censurabile laddove pone proprio all’articolo 1, tra le finalità, il rispetto delle raccomandazioni degli organismi sanitari internazionali in tema di profilassi senza alcun richiamo alle reali condizioni epidemiologiche del Paese” ha sostenuto ancora l’avvocato Manera ritenendo censurabile il ddl anche “laddove prevede la possibilità di introdurre obblighi all’interno di piani di intervento straordinari collegati al mero calo delle coperture, senza alcuna valutazione della sussistenza di un reale contesto di allarme o di pericolo”. “Laddove il dato scientifico viene spacciato per un dato intoccabile, al quale tutti noi dobbiamo essere sottomessi senza possibilità di alcuna valutazione, si propone una misura della scienza che non corrisponde al ruolo che la scienza ha all’interno del nostro apparato costituzionale e quindi all’interno della nostra cultura dei diritti” ha osservato la penalista. “Una legge costruita in questo modo crea divisione non consente di essere massimamente accolta, come dovrebbe invece essere una legge in materia vaccinale, che deve conoscere la più ampia adesione” ha concluso.