Come Ordine dei Biologi, che annovera tra i propri iscritti oltre dodicimila ricercatori, siamo ben lontani sia dai venditori di fumo, sia dai Carneadi che si atteggiano a censori degli altri. Tuttavia ci saremmo aspettati da chi pure prova ad ergesi in cattedra dispensando patenti di legittimità, un pizzico di onestà professionale in più.
Nell’articolo tratto dal blog del deputato grillino Marco Bella (ricercatore in Chimica Organica), pubblicato sul sito del “Fatto Quotidiano“, si legge, a proposito delle analisi effettuate dal Corvelva su alcuni lotti di vaccini, di “numerosi errori, ad esempio confondendo palesemente due classi di composti, le ammidi e le ammine“.
Ora, al di là del fatto che non si può mettere in dubbio un lavoro complesso che poggia su basi scientifiche, che ci sia stato o meno l’errore, quel che il chimico-deputato omette di dire è che, ammina o ammide che sia, cambia poco dal momento che entrambe le sostanze sono tossiche. Quanto poi alla tipologia di sostanze che si possono rilevare col metodo che usa lo spettrometro, ricordiamo che sono state indicate, come sostanze note, solo il 35% dei composti reperiti in apposite banche dati per sovrapponibilità di spettro. Per le altre, si stanno facendo ulteriori rilievi per identificarle (lo studio è ancora in corso).
Purtroppo, come dimostra anche questo episodio, sull’argomento “vaccini” si continua a ravvisare una sorta di conventio ad escludendum del tutto irrazionale: tutti discettano, tutti parlano, tutti pontificano. Ma nessuno riesce a (ri)fare i test analitici oppure ad esibire le analisi (ma esistono?) dell’Aifa e dell’ISS relative alla farmaco vigilanza. Le uniche, probabilmente, che potrebbero aiutarci a fare chiarezza in una circostanza del genere.
Ricordiamo al chimico Bella che le analisi di primo livello effettuate dal Corvelva – a proposito: l’Ordine non ha commissionato alcunché, ha solo elargito un contributo che ha coperto in minima parte i costi di uno studio completamente autofinanziato dalle famiglie dell’associazione – pur nel loro risultato probabile e non certo al 100%, rappresentano solo il primo passo per poter poi realizzare un report vero e proprio con gli standard richiesti. Tutto ciò è stato scritto e riportato a chiare lettere, anche in grassetto, nello studio del Corvelva, ma pure questo, evidentemente, è sfuggito al prof di chimica.
In ogni caso, l’onorevole Bella preferisce vedere la pagliuzza per ignorare la trave. E per “trave” intendiamo la presenza di potenziali composti comunque tossici e in quantità non residuali nei vaccini passati al setaccio. Se però il nostro ricercatore è così sicuro del fatto suo, rifaccia le analisi, se può, e dimostri che gli esiti sono diversi anziché fare il correttore di eventuali “refusi”. Al Bella deputato chiediamo, invece, di porre fine alle aporie giuridiche che consentono ai produttori di vaccini di non essere obbligati ad esibire analisi sul prodotto finito. Carenze legislative che consentono al produttore di scegliere i target per i controlli di qualità è così via. Faccia il suo mestiere di legislatore che è anche ben remunerato. E stia tranquillo.