Dal mare alla tavola, passando per ben tredici controlli amministrativi, sanitari e sulla produzione. La filiera del pesce è sotto stretta osservazione in Italia e l’Assoittica, associazione nazionale con centina di aziende associate in rappresentanza di quasi diecimila lavoratori del mondo della pesca, lo ribadisce con forza proprio ora che il settore dà forti segnali di ripresa. Nel servizio della tv sarda Videolina, il segretario generale di Assoittica, Giuseppe Palma, fa il punto della situazione. “I consumi di prodotti ittici – spiega – stanno crescendo in tutta Italia. Il sistema produttivo sardo sta rispondendo molto bene lavorando molto sulla qualità e su tutte le informazioni da inoltrare al consumatore mediante l’etichettatura“. Sul fronte della sicurezza alimentare, “le aziende italiane – aggiunge Palma – lavorano molto bene in regime di autocontrollo e poi sono vigilate dalle tantissime autorità competenti che, di volta in volta, vanno a garantire il prodotto“. E proprio qui, aggiunge il segretario di Assoittica, sta “uno dei problemi del nostro sistema produttivo“. Vale a dire “spesso sono troppe le autorità competenti che vanno ad agire sul controllo delle aziende“.
“Sono d’accordo con la riflessione del segretario Palma” è il commento della dott.ssa Stefania Papa, consigliere dell’Ordine Nazionale dei Biologi, delegata nazionale per la sicurezza alimentare e delegata regionale ONB per Toscana e Umbria. “E’ bene, a mio giudizio, estendere l’asse fiduciale sull’autocontrollo e sui tecnici esperti di filiera e processo di produzione oltre che di trasformazione dei prodotti della pesca” aggiunge. “Sovente – prosegue – il controllo di qualità viene percepito solo parzialmente dal consumatore e la frode o le allerte depauperano il lavoro svolto dagli operatori del settore e dai tanti colleghi biologi impegnati per garantire la sicurezza alimentare che, lo ricordo, non si limita ai soli aspetti igienico-sanitari ma si estende anche alla scelta ed alla progettazione del packaging (parimenti coinvolto nel processo di trasformazione e distribuzione), fino alla somministrazione degli alimenti (come appunto il pesce) contribuendo a garantirne la freschezza e il mantenimento dello stato igienico“. Per la consigliera dell’ONB “resta inteso che gli aspetti in grado di condurre alla prevenzione del rischio di contaminazioni chimiche nei prodotti ittici come, ad esempio, i metalli pesanti, trovano la loro ratio nella salvaguardia e tutela degli ambienti terrestri e marini. Pertanto non posso che confermare un principio di riflessione già avviato da tempo: una sostenibile sicurezza ambientale crea le premesse per la sicurezza alimentare stessa e, di conseguenza, per una migliore sicurezza nutrizionale considerato lo sforzo profuso per garantire la bio disponibilità dei macro e micronutrienti“. Insomma, conclude la dottoressa Papa “quando la salute passa per la filiera arriva dritta sulle nostre tavole“.