“Latte e derivati, ne conosciamo i benefici?“. Si discuterà di questo il prossimo lunedì 6 maggio, a partire dalle ore 14, nel convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Firenze con il sostegno di Unioncamere, PromoFirenze e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), negli spazi dell’Auditorium della Camera di Commercio fiorentina, in piazza dei Giudici, 3.
L’evento si inserisce nell’ambito del programma “Latte nelle scuole“, campagna di educazione alimentare sul consumo di latte e prodotti lattiero caseari destinata agli allievi delle scuole primarie. Si parlerà pertanto degli aspetti nutrizionali e salutistici, del rilievo economico-sociale della filiera lattiero-casearia, delle produzioni del territorio e del consumo del latte e dei suoi derivati.
Di tutto rispetto il parterre dei relatori che prevede, dopo i saluti istituzionali di Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze, gli interventi di Gennaro Giliberti, dirigente Regione Toscana (direzione Agricoltura e Sviluppo rurale), Lucia Corti, referente Educazione alla Salute dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e Maria Luisa Brandi, professoressa della Fondazione Firmo.
Nella sessione pomeridiana è prevista una tavola rotonda moderata da Andrea Vignolini, che vedrà impegnati Filippo Legnaioli (CIA Toscana), Simone Ciampoli (Coldiretti Toscana), Giacomo Matteucci (Confagricoltura Toscana) e Fabrizio Tistarelli (Consorzio Produttori Latte Maremma) a dibattere sui temi della “buona e sana alimentazione a scuola” e della “filiera lattiero-casearia”.
Porterà i saluti dell’Ordine Nazionale dei Biologi la dottoressa Stefania Papa, consigliere dell’Ordine Nazionale dei Biologi, delegata nazionale per la sicurezza alimentare e delegata regionale ONB per Toscana e Umbria.
“Le risorse del settore agroalimentare – spiega la dottoressa Papa – si fondano sulla filiera, autentica risorsa del territorio. E per filiera – come (ma non solo) nel caso del latte – si intendono tre fasi: la produzione (settore primario), la trasformazione (secondario), e infine la distribuzione e la somministrazione (terziario) del prodotto. Da qui la necessità di mettere in campo forti sinergie in grado di unire in un solo circuito virtuoso questi tre step“.
“E’ in questo ambito – prosegue la Papa – che si inserisce la figura del Biologo Nutrizionista, a partire dalla conoscenza dei benefici che un alimento come il latte è in grado di garantire alla salute dell’uomo ma anche per quanto concerne gli aspetti legati alla sicurezza stessa del prodotto“.
Per la consigliera dell’ONB “un alimento come il latte, per essere buono, deve anche, necessariamente, essere sicuro dal punto di vista alimentare. Ma non c’è sicurezza che tenga se non si punta e non ci si rapporta con la salvaguardia del territorio, perché un ambiente sano e sicuro si riflette automaticamente, sul valore aggiunto dei micro e dei macro nutrienti presenti nel latte“. “Per capirci – aggiunge la Papa – diventa fondamentale che le mucche possano pascolare su terreni privi di inquinamento, perché salute e salubrità si fondano sulla presenza di allevamenti sostenibili, luoghi in cui gli animali siano in grado di nutrirsi senza trovare tracce di diossina nell’erba, metalli pesanti, micotossine o altri inquinanti di tipo chimico che poi, inevitabilmente, finirebbero per transitare nel latte e quindi nel nostro organismo“.
Ecco perché, sintetizza ancora la dottoressa Papa “sicurezza ambientale significa, automaticamente anche sicurezza alimentare”. Da qui la necessità che “le tre fasi della filiera siano collegate in maniera virtuosa tra loro, secondo criteri di puntualità, qualità e rispetto dei controlli. E chi meglio del Biologo, affiancato agli altri specialisti dell’alimentazione, è in grado di assicurare la qualità e la bontà di un prodotto come il latte a patto che nasca, si trasformi e infine venga distribuito sul territorio basandosi su un circuito realmente ed altamente virtuoso?“.