Roma, 3 mag. 2019 (Agonb) – Alla base dello sviluppo di diverse patologie autoimmuni potrebbe esserci un’alterazione nell’espressione dell’interferone, cioè di quel gruppo di proteine che le cellule del sistema immunitario producono in presenza di virus.
Lo rivela uno studio italiano pubblicato sulla rivista Journal of Autoimmunity. Nei linfociti B e nei monociti delle persone affette da sclerosi multipla sono state scoperte alterazioni in diversi geni regolati dall’interferone.
«Studi svolti in precedenza – spiega Eliana Marina Coccia dell’ISS, a capo del progetto multicentrico della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) – avevano già individuato il ruolo significativo dei linfociti B nei meccanismi patogenetici della malattia. La nostra indagine si è spinta oltre e ha identificato anomalie nei linfociti B e nei monociti che alterano profondamente i processi in cui sono coinvolti gli interferoni. Questi dati, se da un lato confermano l’importanza del trattamento delle forme recidivanti-remittenti e progressive della sclerosi multipla con anticorpi monoclonali diretti selettivamente contro i linfociti B, dall’altro aprono nuove prospettive verso cui indirizzare futuri sforzi per la messa a punto di terapie innovative centrate su questa popolazione linfocitaria».
Lo studio è stato possibile grazie un finanziamento della FISM assegnato all’ISS e all’IRCCS Ospedale San Raffaele. Hanno inoltre partecipato allo studio l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, l’Università di Roma La Sapienza, l’IRCCS San Raffaele-Pisana di Roma, la Monash University di Clayton (Australia) e l’Istituto Neurologico Mediterraneo (INM) Neuromed, Pozzilli (Isernia). (Agonb) Ffr 13:00.